De Gregori torna cantando la Strada di Kerouac, Fellini e Mc Carthy

A quarant’anni dal suo primo album e a quattro da “Per brevità chiamato artista”, a novembre uscirà “Sulla strada”, il nuovo album di Francesco De Gregori. Dieci nuove canzoni attesissime dal suo pubblico.

L’autore di capolavori amati dal pubblico di ogni età, come “La donna cannone”, “Rimmel”, “Titanic” – che non ama essere rinchiuso nella definizione di cantautore – torna con canzoni racchiuse nel suo ventesimo album, il cui titolo è preso a prestito da On the road di Jack Kerouac. Libro che, ammette l’artista, ha scoperto solo recentemente.

Ma più che altro l’album si ispira alle tematiche della “strada”, trattate da Federico Fellini e Cormac McCarthy. Pur non essendo un “concept”, il disco parla della vita di come si debba appartenere alla strada, della necessaria disponibilità verso gli altri e di come si possa stare bene o meno bene a questo mondo. Ma ogni traccia è diversa per temi ed ambienti musicali.

“Belle epoque”, ad esempio, è la storia di un sergente che festeggia il passaggio dall’Ottocento al Novecento, tra alcol e sesso, che non richiama un’esperienza personale, ma riflette la visione del mondo dell’artista. “Passo d’uomo” invece è il pezzo che De Gregori sente più vicino, e parla di come la vita andrebbe vissuta: con lentezza, in modo “umano” appunto.

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Continua anche in questo ultimo lavoro, la ricerca dell’artista di un tipo di musicalità povera, semplice, tipica della musica popolare: quattro accordi e uno strumento, senza eccessivi suoni e contrappunti.

“Sulla strada”, è stato preparato durante la doppia tournée estiva, una con Ambrogio Sparagna e l’altra con il suo “Factory tour”: la sua carriera ripercorsa in 25 canzoni.

A 61 anni Francesco De Gregori, sente ancora e forse ancora di più la responsabilità di non tradire le aspettative del proprio pubblico, il quale comunque in questi anni non l’ha mai abbandonato e che durante i tour gli ha sempre dimostrato l’affetto e la stima.

A De Gregori piace ancora fare musica e sentire che la gente è in sintonia con quello che suona. Sa che il suo è uno dei mestieri più belli del mondo, e lo ama perché suonando “ti puoi sentire compreso” .

Paola Totaro


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