Malcolm Browne, fotografo di guerra, si è spento ieri in un ospedale del New Hampishire all’età di 81 anni, dopo 12 anni di lotta contro il Parkinson.
Presente in tutti i luoghi “caldi” del mondo, dal conflitto in Corea alla prima guerra del Golfo, Browne è diventato famoso grazie alla foto che gli permise di vincere il premio Pulitzer nel 1964 e che aveva per soggetto un monaco sud vietnamita datosi fuoco per protesta in una strada di Saigon.
L’immagine divenne l’emblema di quella fase drammatica del conflitto in Vietnam.
Avvisato insieme ad altri giornalisti stranieri, di farsi trovare in una zona della città il giorno successivo, 11 giugno 1963, il fotografo, fu tra i pochi a prendere sul serio la segnalazione.
L’uomo si trovò di fronte una scena agghiacciante: il monaco Thich Qunag Duc, accompagnato da 350 altri religiosi, seduto su un cuscino in mezzo all’incrocio davanti all’ambasciata della Cambogia.
Mentre le auto continuavano a passargli accanto, il monaco assunse la posizione del loto. Alcuni assistenti lo cosparsero di Kerosene e dopo, lui stesso accese un fiammifero, prendendo fuoco, senza emettere un grido.
Le proteste che seguirono portarono ad un colpo di stato ispirato dagli Usa e che determinò la morte del presidente Ngo Dinh Diem.
Nella sua carriera Browne ha lavorato, tra gli altri, per l’agenzia Associated Press e per il New York Times.
di Paola Totaro
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