In Siria il 25 agosto verrà ricordato come il giorno più sanguinoso da quando sono iniziate le violenze nel Paese. Circa 440 persone hanno perso la vita, delle quali almeno la metà a Daraya, vicino Damasco.
A rendere noto il fattaccio è l’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh). Nel comunicato si legge: “sono almeno 200 i morti nella sola Daraya, dei quali 80 non identificati”.
Quello di ieri, sabato 25 agosto, è il bilancio più tragico dall’inizio della rivolta in Siria avvenuta un anno e mezzo fa.
Il giorno più sanguinoso, in precedenza, si era registrato lo scorso 12 luglio, con almeno 287 morti stimati, la gran parte dei quali, 220, nella strage di Hama. Secondo gli attivisti anti-regime, l’esercito fedele al presidente Bashar al-Assad ha messo in campo l’aviazione, che spara indiscriminatamente sui quartieri residenziali delle roccaforti della ribellione, nelle periferie di Damasco. Ieri, nella sola Idlib, 10 missili lanciati dagli aerei hanno centrato alcuni quartieri della città.
Dall’inizio della rivolta contro il regime del presidente Bashar al-Assad, gli scontri e la repressione in Siria hanno causato circa 25.000 morti (dati Osdh ndr).
L.G.
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