Siria: lascia il Paese il Primo Ministro Hijab. “Non voglio partecipare al crimine contro i siriani”

Importante defezione in Siria. Il primo ministro Riyad Hijab ha lasciato il Paese passando in Giordania, dopo aver messo in salvo tutta la sua famiglia. Il politico era stato nominato il 23 giugno scorso, dopo le elezioni organizzate dal governo del presidente Bashar Assad di maggio, formalmente le prime pluripartitiche.

Ad Al Jazeera il portavoce dell’ex primo ministro, ha dichiarato che la defezione sarebbe stata pianificata “da mesi” e che sarebbe stata attuata in collaborazione con il Free Syria Army data la scelta di Hijab di non “essere parte del crimine del regime contro il popolo siriano”.

Assad dopo le elezioni non avrebbe lasciato scelta all’uomo: accettare l’incarico o morire.

Il governo giordano conferma l’arrivo di Hijab. Si attende una sua nota ufficiale in cui dovrebbe comunicare al sua adesione all’opposizione guidata dall’Esercito libero siriano, che ha organizzato al sua fuga.

Sarà Omar Ghalawanji, finora vice primo ministro, a prendere il posto del suo ex superiore diretto.

A quanto pare, come affermano fonti siriane, nell’entourage di Assad ci sarebbero anche molte altre personalità di primo piano pronte a lasciare l’apparato del regime. Le defezioni vengono però “gestite” per evitare pericoli alle famiglie di quanti ancora si trovano in posizioni di responsabilità. Inotre più di una persona, nelle strutture governative, passa informazioni ai ribelli.

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Un cittadino siriano vicino all’opposizione ma non direttamente coinvolto, spiega: “Il sistema di governo di Assad si sta sfaldando. Ci aspettiamo altre defezioni importanti nei prossimi giorni, anche se bisogna valutare la sincerità di queste improvvise fughe. Perché è chiaro che qualcuno sta cercando di posizionarsi per il dopo-Assad, che ormai non sembra più questione di se ma di quando”.

Secondo al Arabiya ed al Jazeera , altri due ministri del governo sarebbero sul punto di annunciare la propria defezione e la tv di stato siriana ha trasmesso una telefonata del ministro delle finanze Mohammad Jalilati che nega di essere stato arrestato mentre cercava di scappare.

Ad Aleppo ed altre zone della Siria, intanto, continua la battaglia. Continui cannoneggiamenti hanno raggiunto la “capitale del nord” da parte delle truppe governative che hanno preso di mira il quartiere di Salaheddine, ma successivamente si sono estesi anche ad altre zone della città.

A Damasco un ordigno ha colpito il palazzo della tv di Stato e ci sarebbero stati arresti sommari nella zona di al Maza, come riferito da Sham Media Network, vicina all’opposizione.

In seguito al braccio di ferro all’Assemblea generale dell’Onu, l’Iran e l’Arabia Saudita hanno intrapreso l’iniziativa diplomatica per cercare di far cessare le violenze in Siria.

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L’Organizzazione della Cooperazione Islamica – Oic-, che riunisce i Paesi a maggioranza musulmana, si riunirà alla Mecca, dal 13 al 15 agosto e la Siria sarà uno dei punti principali in agenda. Ahaadinejad sarà presente al vertice.

Paola Totaro

 


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