Almeno sette persone sono morte e quarantotto sono rimaste ferite nell’esplosione della raffineria di petrolio venezuelana dello stato di Falcón avvenuta nella notte. L’esplosione, verificatasi intorno all’1,30 locale (circa le 7,30 italiane), ha distrutto la più grande industria di petrolio e gas naturale del Venezuela, sita nella parte occidentale del Paese, poco a sud di Aruba.
Il ministro dell’Energia venezuelano, Rafael Ramirez, dichiarando il fatto alla tv di Stato, ha spiegato: “C’è stata una fuga di gas che ha causato una significativa esplosione: ci sono stati notevoli danni alle infrastrutture e alle case di fronte alla raffineria. È però escluso il rischio di un’altra esplosione”.
Ad esplodere è stato un deposito di gas propano-butano di almeno15 metridi diametro. Testimoni presenti hanno segnalato una fuga di gas intorno a mezzanotte e mezza e il personale di sicurezza era intervenuto con schiuma ignifuga per contrastarne le proprietà infiammabili, procedura, a detta dei sindacati, altamente irregolare. Secondo il governatore dello stato di Falcón, Stella Lugo, ad esplodere sarebbero stati ben due depositi.
Lo scoppio ha provocato danni alla struttura e alle abitazioni che si trovano nelle vicinanze. I servizi di emergenza sono arrivati sul posto dove fumo e fiamme sono visibili al di sopra della struttura ed è in corso l’evacuazione degli abitanti.
Luca La Gamma
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