di Emilio Garofalo
Magneti per fissare maglie e camicie al posto dei bottoni. Posti a sedere tagliati per aumentare gli standard qualitativi della facilità nel vestirsi. E, ancora, pantaloni su misura per chiunque, che si tratti di persone costrette a restare sedute, supine o in piedi. E capi d’abbigliamento prodotti, oltre che nelle dimensioni standard, anche nelle misure “over e undersize”, per andare incontro a tutte le esigenze.
Sono queste le regole di produzione della collezione Xeni, marchio di moda che progetta abbigliamento di qualità riservato a chi è affetto da disabilità. La linea è stata creata dall’architetto Ann Olivier, una donna colpita nel 1990 dalla sclerosi multipla (lo stesso male che già le aveva portato via la sorella), abile nel reinventarsi designer di moda per donne disabili.
Perché, se è vero che, ogni giorno, miliardi di persone si vestono, compiendo un’operazione abitudinaria, automatica e, a tratti, banale, è pur certo che indossare i propri i capi d’abbigliamento diventa, per tanti altri, un’azione difficile, faticosa. Una vera e propria sfida con se stessi.
Alla Xeni, amano definirsi una “piccola azienda”. Capace, però, di rendere un grande servizio a quanti, costretti a una vita disagiata a causa di malattie congenite o traumi subiti, devono condurla sacrificando una parte delle proprie abilità fisiche. Ed ecco, dunque, fornita anche a tutti loro la possibilità di scegliere dei capi funzionali.
La società di moda non nasconde il proprio entusiasmo per aver consentito, ai disabili, “di trovare vestiti che si possono indossare con facilità e brio”. Non è soltanto la funzionalità, infatti, l’obiettivo della linea di produzione della Xeni. Grande è anche l’attenzione prestata alla ricerca nel campo estetico. I capi della linea sono ricercati, per consentire alla clientela di optare per le varie soluzioni in base al proprio gusto personale, senza costringerla alle sole scelte dettate dalla “necessità”.
E’ la stessa Ann Olivier a spiegare come mai si sia lanciata in questo progetto: per riconquistare il suo senso di autostima, l’indipendenza e la dignità sottrattele dal morbo. La Olivier, e come lei tante altre donne segnate dallo stesso destino, ha dovuto modificare il proprio stile di vita. “Una volta amavo andare a teatro, poi ho semplicemente smesso, perché avevo perso la fiducia in me stessa e per la semplice ragione che non avevo più nulla da mettermi”.
Si trovano abiti belli, all’ultimo grido, ma scomodi, impossibili da indossare restando seduti su una sedia a rotelle. Piace quel vestito, ma non è alla portata del fisico colpito dal male: “la scelta limitata degli abiti era una conferma della condanna imposta dalla vita”. Così, sono arrivati la scoperta e lo studio del design della moda, che hanno fatto di Ann Oliver un’imprenditrice di successo e hanno dato, ai disabili, la gratificante occasione di comunicare la propria personalità attraverso lo stile.
Dopo i primi mesi di attività, la Xeni ha saputo imporsi sul mercato mondiale, guadagnando anche le prime passerelle. Risale allo scorso luglio la sfilata, organizzata a Kiev, in Ucraina, per mantenere alta l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sulla condizione delle donne disabili, e che ha visto la partecipazione di un team composto da giovani designer e dalle loro modelle sulle sedie a rotelle e non vedenti.
Dal salone di moda ucraino, è stata lanciata una collezione di abiti da sera, vestiti nuziali, capi casual e sportivi riservati a donne portatrici di handicap e sono stati diffusi messaggi di speranza, attraverso anche la promozione di una raccolta fondi per contrastare i tagli al settore assistenziale imposti dal crollo dei mercati finanziari.
Una speranza nuova, quella offerta da Ann Oliver, riassunta, ancora una volta, nelle sue stesse parole: “Avere vestiti alla moda lusinga e aiuta a superare i problemi, aiuta a sentirsi meno soli. La vita è tutto ciò che abbiamo, bisogna fare del proprio meglio col tempo che si ha a disposizione”.
xenicollection.com
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ci voleva propio…meno male che qualcuna ci hà pensato grazie