Il CISP Sviluppo dei Popoli, ha redatto un rapporto sulle espulsioni in Angola di cittadini della Repubblica Democratica del Congo (RdC), le quali, dopo un calo registrato nel dicembre scorso, a causa dei disordini elettorali, attualmente sono riprese in modo preoccupante.
I congolesi attraversano la frontiera, soprattutto per lavorare nelle miniere di diamanti dell’Angola.
L’allontanamento si accompagna purtroppo anche a violenze quali, torture, detenzioni illegali e abusi sessuali su uomini, donne e bambini.
Dal 2004 al 2009 sono stati oltre 400 mila i congolesi espulsi con una media di 80 mila l’anno ed un picco nel 2009 di 160 mila a causa del traffico di diamanti, che sarebbe costato all’Angola un danno economico di 600 milioni di dollari.
Nel 2011 l’Onu ha finanziato un’importante operazione umanitaria (2,7 milioni di dollari) al fine di monitorare la situazione e fornire assistenza agli espulsi. Dal 29 marzo del 2011 ed il 31 maggio di quest’anno il CISP ha potuto contare circa 100 mila espulsioni.
Nel medesimo periodo il CISP ha ricevuto notizia di 3948 tra donne e ragazze che hanno subito atti di violenza (stupri, violenza di gruppo, perquisizioni intime, rapporti sessuali sotto minaccia e sfruttamento sessuale).
Nei territori dove i congolesi vengono espulsi vigono leggi speciali che spesso non rispettano i diritti fondamentali dei cittadini. In questo ambito rientrano le agenzie di sicurezza private pagate del governo angolano per evitare l’esportazione illegale di diamanti e che agiscono in un ambito di illegalità. Queste società in parte sono di proprietà degli stessi ministri angolani e ricevono finanziamenti pubblici.
Una campagna mediatica avviata dal governo contro i congolesi, definiti “gli alieni”, mette in guardia dai numerosi accessi irregolari, in quanto potenziale fonte di instabilità per l’Angola.
Completa l’allarmante quadro il traffico di esseri umani per ottenere manodopera a basso prezzo e per sfruttamento sessuale (anche di bambine),e le malattie contratte dai congolesi allontanati, principalmente malaria, infezioni intestinali e cutanee, malattie sessuali, oltre a fratture, lesioni da armi bianche o da fuoco e molto frequentemente ustioni, un metodo molto usato per “punire” i congolesi. Una vera e propria emergenza umanitaria.
Il CISP-Sviluppo dei popoli, è da tempo presente nella RdC, ed è impegnato in un progetto di monitoraggio delle espulsioni per conto dell’Onu, insieme ad altre organizzazioni, quali Fao, l’Oms, Unfpa e Caritas.
Paola Totaro
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