Con il passaggio di testimone tra Steve Jobs e Tim Cook, la Apple non ha cambiato solo vertice: una clamorosa inversione di tendenza si registra infatti anche a livello di beneficenza.
La politica di “charity” messa in piedi da Cook proverà ad eliminare la poco nobile fama di società particolarmente taccagna che la “mela” si è creata nel corso degli anni. Il vecchio credo di Jobs parlava chiaro: “la Apple fa già un lavoro socialmente utile dunque non è necessario devolvere somme in beneficenza”.
Ma ora la musica è cambiata e sono stati stanziati 100 milioni di dollari in favore dell’Ospedale della Stanford University e dell’organizzazione di aiuti degli stati africani, fondata da Bono Vox, leader degli U2. La cifra non deve far comunque troppa meraviglia, la Apple resta molto indietro rispetto ad altre società: basti pensare agli 1.5 miliardi di dollari donati dalla Berkshire hathaway di Warren Buffet.
Gioacchino Andrea Fiorentino
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