India, nel mirino la chiesa pentecostale del Karnataka

La regione indiana del Karnataka viene sconvolta da un delirante anti cristianesimo. Ancora una volta. Le vittime aggredite da ultranazionalisti indù frequentano la chiesa pentecostale locale. Secondo il presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), Sajan K. George, queste aggressioni sono “orchestrate”  per motivi politici dal Bharatiya Janata Party, alla guida del Karnataka dal 2007.

Lunedì 24 settembre, due attivisti della Rashtriya Swayamsevak Sangh, un gruppo ultranazionalista, si sono infiltrati nella chiesa pentecostale di Gudadahalli Hearaghatta, a nord di Bangalore. Insieme ad altri otto membri della Rss, che hanno fatto irruzione sul posto dopo l’inizio della celebrazione, gli indù hanno bruciato bibbie e libri religiosi presenti nella chiesa, per poi accanirsi sul pastore, schiaffeggiandolo e picchiandolo pubblicamente.

Dopodiché, per dare un monito a tutti i fedeli, hanno trascinato il pastore e la moglie per circa un chilometro, in un tempio indù e hanno costretto la coppia a partecipare alla “pooja” un rituale di purificazione indù, per poi lasciarli andare, intimando di abbandonare il cristianesimo e di non proseguire con gli incontri di preghiera.

Il caso non è isolato, due giorni prima il 21 settembre, un’aggressione simile è toccata alla chiesa pentecostale Bethel Prathanalaya, nel distretto di Shimoga. La comunità, formata da 25 fedeli, quel giorno si era riunita nel villaggio di Voddarahalli Thanda. 20 attivisti del Rss hanno interrotto la preghiera, minacciando i cristiani di “terribili conseguenze” se avessero continuato a praticare la fede cristiana.

Dopo aver bruciato le bibbie e picchiato alcune persone, gli indù hanno condotto l’intera comunità in un tempio, costringendoli a partecipare ad un esercizio spirituale di purificazione della loro religione. Tornati nelle loro case, i cristiani hanno denunciato il fatto alla polizia di Holehonnur, che ad oggi ancora non è intervenuta per arrestare i colpevoli dell’aggressione.

“L’art. 14 della nostra Costituzione – ribadisce Sajan George – sancisce l’uguaglianza dinanzi alla legge per tutte le persone. Eppure, ancora una volta assistiamo ad aggressioni contro i cristiani e i loro luoghi di culto, in cui i colpevoli girano a piede libero, mentre vittime innocenti vengono arrestate”.

F.C


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