L’Iran ha deciso di chiudere l’accesso a 77 corsi di laurea alle donne. Il motivo sarebbe che alcuni corsi non sono adatti al gentil sesso. Le 36 facoltà che hanno sbarrato l’accesso in base al genere prevedono corsi di ingegneria, fisica nucleare, letteratura e traduzione inglese, informatica, gestione alberghiera, archeologia, business e altri ancora. A denunciarlo è Shirin Ebadi, che, in una lettera inviata al al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e all’Alto Commissario per i diritti umani Navi Pillay chiede che sia aperta un’inchiesta sul caso.
La vicenda è a dir poco complessa e controversa. Nonostante il discusso e discutibile governo di Teheran, molti riconoscevano che dal 1979, l’anno della Rivoluzione Islamica, le cose erano migliorate sul fronte delle pari opportunità. Purtroppo al momento va constatato l’esatto opposto dato che la classe dirigente ha deciso di limitare l’accesso all’istruzione da parte delle donne. Perché?
Il sistema universitario Iraniano prevede un unico test di accesso. Il candidato esprime una lista di preferenze e poi a seconda del risultato ottenuto si colloca nel primo corso disponibile in base alla propria classifica. Il “problema”, a detta del governo, è che a superare il test fossero per il 65% donne, arrivando ad avere una sorta di disparità. Il fatto che oltre due terzi delle matricole potessero essere di sesso femminile anche quest’anno deve aver sconquassato Teheran che si sarebbe decisa di introdurre delle specie di “quote azzurre”. Kamran Daneshjoo, Ministro dell’Istruzione, rivolgendosi al parlamento che aveva chiesto spiegazioni al riguardo ha dichiarato che il 90% dei corsi in realtà rimane aperto ad entrambi i sessi e che quelli segnati dall’unico fiocco azzurro non siano altro che un tentativo di bilanciare la situazione.
Ad aggravare la pesantezza dell’iniziativa è la notizia che alcune agenzie riportano, secondo la quale l’Iran starebbe pensando a università divise per sesso. Alcune strutture solo per maschi e altre solo per femmine. Cosa già effettiva per quanto riguarda ad esempio autobus, piscine e spiaggie pubbliche.
La Ebadi, iraniana classe 1947 e premio Nobel per la pace nel 2003, ha scritto da Londra, da dove è autoesiliata dal 2009, che l’obiettivo del governo è quello di ridurre drasticamente l’affluenza ai corsi di laurea alle donne in modo che esse tornino al focolare domestico, indebolendo il movimento femminista e favorendo un balzo indietro nello sviluppo in modo da favorire un maggior numero di matrimoni e di nascite, diminuite nel corso degli ultimi decenni.
“Il governo iraniano sta usando varie iniziative per limitare l’accesso delle donne all’istruzione, impedire loro di essere attive nella società e farle tornare a casa”, ha dichiarato l’avvocato alla BBC.
Luca Iacoponi
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