In Iraq, quella di ieri, è stata la peggiore giornata di sangue dell’ultimo mese. Un’ondata di attentati ha colpito il Paese, causando oltre 70 morti e circa 300 feriti. Ad Amara, una città a sud di Baghdad, si contano i danni maggiori. Un’esplosione ha devastato l’area di un mercato popolare, che sorge nei pressi di un mausoleo sciita: sono morte 16 persone e più di 60 sono rimaste ferite.
Le stragi sono state pianificate per colpire le zone più sensibili, i distretti delle città maggiormente frequentate da civili. E sono state la risposta alla condanna a morte inflitta all’ex vicepresidente, Tariq al-Hashemi, un sunnita che ha svolto il proprio ruolo in frontale opposizione contro il premier sciita Nur al-Maliki.
Stando ai giudici, che lo hanno condannato in contumacia, al-Hashemi, in fuga dall’Iraq dallo scorso settembre, avrebbe organizzato persino degli “squadroni della morte”, e sarebbe il mandante dell’omicidio di personalità del mondo politico e giudiziario dello Stato. Secondo l’ex vicepresidente, si tratta di una “sentenza politica”, che comunque gli è valsa la condanna a morte. E che è valsa, invece, al Paese, l’intera ondata di stragi.
Stragi incrociate, compiute per mezzo di autobombe, piazzate nei quartieri strategici di diversi nuclei urbani, tutti a maggioranza sciita. Anche la capitale Baghdad ha versato il suo tributo di sangue:15 le vittime, 58 i feriti, tra i civili che sostavano, al momento dell’esplosione, nei vicoli di un mercato rionale.
Sempre nella giornata di ieri, sono stati colpiti un hotel a Nassiriya e la sede della compagnia petrolifera pubblica irachena di Kirkuk: il bilancio è di sette morti accertati. In fine, si registrano anche degli atti terroristici che hanno devastato intere aree, senza però causare danni alle persone: Tuz, Khurmatu, Baquba, Bassora e Samarra le zone colpite.
Oltre a quelli degli attentati compiuti a sud della capitale, si contano numerose vittime anche nel nord del Paese. A Balda, poco meno di cento chilometri da Baghdad, un posto di blocco è stato raggiunto da un’ondata di proiettili a seguito di uno scontro a fuoco, terminato poi con l’esplosione di un ordigno: il bilancio è di 11 soldati uccisi e otto feriti.
Emilio Garofalo
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