Un palestinese 28enne è stato attaccato e preso a sprangate da un gruppo di ebrei estremisti a Gerusalemme. Ibrahim Abu Ta’a, questo il nome della vittima, stava tornando a casa da un club dove aveva passato la serata insieme ad alcuni amici israeliani; all’improvviso la gang lo ha circondato e picchiato. La sua colpa? Essere un palestinese che, nella zona israeliana della città, accompagnava un’amica israeliana. Il ragazzo infatti, che lavora al Mamilla Hotel, aveva fatto compagnia a una sua collega nel tragitto verso casa, nel quartiere Katamonim.
Il branco, composto da sei-sette persone di 16-20 anni, si è avvicinato ai due chiedendo loro se cosa stessero facendo là. Lei disse ad Ibrahim di ignorarli. Udendo il nome “Ibrahim”, capendo quindi che avevano un palestinese di fronte, i ragazzi hanno dato inizio all’attacco. Mentre uno degli aggressori lo picchiava con una spranga di ferro, il resto del branco lo reggeva e gli tirava calci e pugni. Ibrahim, che ora è ricoverato al Sha’arei Tzedek Medical Center di Gerusalemme con due fratture alla gamba sinistra, è convinto che si tratti di un’aggressione razzista: “Mi hanno colpito dopo aver capito che non ero israeliano; hanno inoltre lasciato perdere completamente la mia amica israeliana, concentrandosi su di me”.
Si tratta del secondo attacco di israeliani estremisti nei confronti di palestinesi di Gerusalemme in meno di tre settimane. Era infatti verso la fine di agosto quando una cinquantina di israeliani attaccò 4 palestinesi al grido di “Arabi a morte!”, mandandone uno (appena 15enne) all’ospedale.
V.E.
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