Omran Ben Shaban, 22 anni, il rivoluzionario libico che aveva dichiarato di essere stato il primo a scoprire Muammar Gheddafi, è morto martedì scorso presso l’ospedale americano a Parigi. Shaban, che proveniva da Misurata, era stato gravemente ferito, all’inizio di quest’anno, dopo essere stato catturato nella città ex roccaforte di Gheddafi, Bani Walid.
Componente della Brigata Libia Scudo, il 12 luglio scorso, insieme ad un collega, Shaban era stato inviato in missione a seguito della cattura di 2 importanti giornalisti della milizia Misratan. L’uomo aveva riferito di essere stato colpito al collo, e si ritiene che per due mesi sia stato torturato, presumibilmente a causa del suo ruolo nella cattura di Gheddafi.
Dopo il suo rilascio il 13 settembre, i medici di Misurata avevano dichiarato che, a causa di un proiettile alla spina dorsale, Shaban era ormai completamente paralizzato. Successivamente era stato trasferito a Parigi, dove purtroppo è morto.
Il presidente del Congresso Nazionale Mohamed Shaban Magarief, appresa la notizia, ha descritto Shaban come un “martire”, e si è impegnato a trovare e perseguire i responsabili della sua morte. Magarief stesso aveva personalmente condotto i negoziati per ottenere il rilascio del combattente.
Omran Ben Shaban era diventato celebre il 20 ottobre dello scorso anno, grazie alle immagini che lo ritraevano accanto a Gheddafi mentre il dittatore veniva estratto dalla conduttura dove si nascondeva, definita “la fogna del ratto” nella zona di Sirte. Era stato proprio lui a riconoscerlo e a segnalarlo ai miliziani. Inizialmente si era diffusa la notizia che fosse stato proprio lui, Shaban a sparare alla testa del dittatore libico, successivamente smentita.
Paola Totaro
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