Portogallo in crisi, zero ambulanze per ventimila abitanti

Un’ambulanza senza personale medico è diventata il simbolo della crisi in Portogallo. L’ospedale della città di Torre Vedras per risparmiare ha appaltato il servizio ad una società che, senza preavviso, ha deciso di diminuire gli stipendi di medici e infermieri . Indignati i lavoratori hanno deciso di interrompere la collaborazione professionale, giudicando la revisione retributiva di “livello intollerabile”.

Il mezzo di soccorso operava in collaborazione con quello dei pompieri, il quale di fatto rimane ora l’unico ad operare in una città di 20 mila abitanti. Fernando Barao, capo dei vigili del fuoco locali, sottolinea: l’ambulanza, “viaggia da sola, senza specialisti e questo è un gravissimo rischio soprattutto per le emergenze cardiache e per i feriti in incidenti stradali che normalmente vengono trattati già sui mezzi di soccorso”.

La ditta appaltatrice del servizio di ambulanza, giustifica la decisione di abbassare la retribuzione oraria dei suoi collaboratori dai 21 ai 18 euro l’ora, come l’automatico adeguamento ai recenti accordi nazionali sul lavoro, che dal primo di agosto hanno determinato un ribasso netto dei salari del 5,23%. La riforma ha stabilito inoltre la diminuzione delle ferie e dei giorni festivi annuali (da 25 a 22) e la riduzione degli straordinari, sussidi di disoccupazione e indennizzo di licenziamento senza giusta causa.

Il Pais ha denunciato che per gli infermieri si è quasi raggiunta la retribuzione oraria di soli quattro euro. A conferma il giornale cita il caso di un’infermiera, Angela Mendes, che dai 700 euro mensili è passata ai 250 attuali. Di fatto i salari portoghesi sono tra i più bassi d’Europa.

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Eppure la situazione economica del Paese iberico farebbe pensare ad una ripresa, come riconosce anche il premier finlandese Jyrki Katainen, uno dei sostenitori del rigore in Europa insieme alla Germania. Katainen ha dichiarato infatti che “Portogallo, Spagna e Italia stanno facendo un ottimo lavoro sul fronte del risanamento, grazie al varo di numerose riforme”. A febbraio, durante un incontro con il premier portoghese José Passos Coelho, Monti aveva definito le misure economiche del Paese un programma “ambizioso ma realista” invitando nel contempo i mercati a riconoscerne i risultati.

Ma la situazione economica è ancora a rischio. A luglio l’Ocse ha registrato un peggioramento della recessione in Portogallo stimando per il 2012 il debito al 114,5% del Pil, ed al 120,3 nel 2013. Le previsioni negative sono confermate purtroppo anche dalle principali agenzie di rating.

I cittadini di Torre Vedras si dividono tra coloro che accusano la “banda di ladri” che governa il Paese ed altri che sono ormai rassegnati: “Ogni volta è peggio. Chiediamo sempre di meno alla vita”.

Paola Totaro


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