Nella notte tra mercoledì 19 e giovedì 20 un drone israeliano ha effettuato un raid nei pressi di Rafah, a sud della Striscia di Gaza. L’attacco aereo ha centrato in pieno un’automobile, distruggendola; al suo interno erano presenti tre uomini – rimasti uccisi nell’esplosione – tutti dipendenti del Ministero dell’Interno dell’enclave palestinese: Ashraf Saleh, Nythal Nasser e Anies Abu Enen (quest’ultimo è cugino di una nostra fonte a Gaza).
In una pagina Facebook da circa 500mila iscritti, Jews News – che dichiara di essere la pagina Facebook filo-israeliana più grande e attiva al mondo – è stata postata una fotografia (ironia della sorte: scattata proprio dal nostro contatto, cugino di una delle vittime) della vettura distrutta, lodando l’operato dell’aviazione israeliana e chiedendo ironicamente se la macchina avesse o meno l’Abs. Tra i commenti, a parte qualche mosca bianca, si sono sprecati gli insulti alle vittime, le congratulazioni per l’assassinio di tre palestinesi (che – per il solo fatto di essere palestinesi e di lavorare per un ufficio governativo palestinese – diventano automaticamente dei terroristi) e i ringraziamenti a Dio per “aver operato con giustizia”.
“Spero ci siano abbastanza vergini per questi tizi”, “Avevano l’assicurazione per il danno totale?”, “Cosa ne è dell’innocente macchina?” e “Arabi affumicati? I like it!” sono solo alcuni dei commenti; alcuni di questi sono evidenti esternazioni di delirio di onnipotenza (“Morte agli eretici! Gloria a Dio!” o “Ecco cosa succede quando i ratti mordono la coda del leone”), altri invece sono ‘lucide’ riflessioni (“Se solo Israele si prendesse Gaza e il Sinai tutto questo non sarebbe necessario, perché Israele avrebbe il controllo totale”).
V.E.
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