Salerno-Rc, viaggio tra i cantieri maledetti

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Foto di Francesco Malavolta

Come ti sei avvicinato alla fotografia?
Ricordo che da bambino mi incuriosivano le immagini presenti sulle riviste e così appena avevo qualche soldino in tasca le compravo. Per non riempire la mia stanza di giornali, cercavo le foto più belle, le ritagliavo e le archiviavo con cura. La domanda che in quegli anni mi ponevo spesso era se mai un giorno sarei riuscito a ritagliarne una mia. A dodici anni utilizzavo parte della paghetta per comprare pellicole che, visti i costi di stampa, sviluppavo anche dopo mesi. Con il tempo questa passione è diventata sempre più forte fino a diventare parte integrante della mia esistenza.

Cosa rappresenta per te la fotografia?
L’eternità. La voglia di emozionare e di raccontare. La memoria storica dei popoli.

Com’è nato il lavoro sulla Salerno-Rc?
È nato innanzitutto per una grande curiosità personale. Per anni, percorrendola, mi sono chiesto cosa ci fosse dietro quegli svincoli con su scritto “vietato l’accesso ai non addetti a lavori”. Volevo conoscere il dietro le quinte di un’opera così imponente. Il mio reportage non ha nessuna pretesa polemica né mira a ricostruire la storia di cui questo tratto, nel corso dei decenni, si è reso protagonista.

Il nome di quali fotografi?
In realtà ce ne sono un bel pò, per esempio Francesco Cito, Paolo Pellegrin, Patrick Zachmann, Steve Mccurry e James Nachtwey. Trovo molto interessanti i lavori di Elio Colavolpe e Luca Sola, entrambi dell’Agenzia Emblema che, nonostante la grande crisi editoriale, continua a proporre storie di grande attualità. Infine, volevo citare un giovane fotografo di Vicenza, David Hatters che di sicuro ci riserverà belle sorprese.

Progetti futuri?
Attualmente sto lavorando ad un progetto commissionato dall’ Unione Europea. Si chiama “Frontex” e sarà un reportage lungo le frontiere di tutta Europa. Un lavoro lento ma intenso che contribuirà alla mia crescita professionale e personale.

Francesco Malavolta*

Nato a Corigliano Calabro a metà anni settanta, dopo aver vissuto tra Puglia, Lazio e Sardegna si trasferisce a Palermo. I primi veri passi fotografici all’inizio degli anni ’90 durante “l’ invasione” di cittadini albanesi in Italia.

Frequenta l’Istituto Superiore di Fotografia di Roma e successivamente consegue il Master in Fotografia presso l’Istituto Europeo di Design di Milano .
Collabora come freelance per varie agenzie, tra cui Emblema e AP.
Sue foto sono state pubblicate su Panorama, Vanity Fair, L’Internzionale, E-Emergency, Corriere della Sera, Repubblica, The Washington Post, The New York Times, The Telegraph, The Guardian, Newsweek.

Rubrica a cura di Teodora Malavenda


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