di Alex Bizzarri
Il giovedì sera di Rai Due, orfano di Michele Santoro ormai da tempo, non era più riuscito a trovare qualcosa che catalizzasse l’attenzione degli spettatori al punto da salire costantemente sul podio dell’Auditel. Questo fino a qualche tempo fa, fino al 13 settembre per la precisione, data di debutto di un programma innovativo per la televisione italiana, un format inedito ma di sicuro impatto. Un reality che a chiamarlo reality non si rende giustizia al programma, data l’accezione negativa che la parola ha ormai giustamente guadagnato, complici i ben noti programmi trash che la “videocracy” italiana ha proposto negli ultimi anni; per questo non leggerete più la parola “reality” in questa recensione, anche perché è molto più corretto parlare di “game show on the road“.
La doverosa premessa per dire che si tratta di “Pechino Express”, format nato in Olanda col nome di “Peking Express” in onda già in Paesi come Belgio, Francia, Spagna e paesi Scandinavi oltre alla già citata Olanda, in Italia è prodotto da Magnolia. Un adventure game che stravolge tutte le regole del classico reality (lo so, avevo promesso che non avrei più usato quel termine ma mi serviva per dissacrarne la logica): niente studio televisivo, niente conduttore in senso tradizionale, niente televoti e conseguente retorica democratica del pubblico sovrano; soltanto 10 coppie di zaini, uno a concorrente e 2 euro al giorno per ognuno.
Con questo equipaggiamento ci troviamo, grazie all’ottimo lavoro degli operatori e della troupe in loco, a seguire il viaggio di 10 coppie di concorrenti, famosi e non, con le storie ed i legami più disparati ad accomunarli (gli attori, i ballerini, padre e figlio, zio e nipote per citarne alcuni) attraverso le esotiche terre di India e Nepal fino ad approdare in Cina per il rush finale che li porterà da Shanghai a Pechino, per l’appunto.
Assistiamo quindi ad un viaggio di 10mila chilometri attraverso Haridwar, città alle sorgenti del Gange, per poi piombare nelle caotiche strade di Delhi fino a Varanasi, capitale dell’induismo, Agra e lo splendido Taj Mahal, la mistica città di Kathmandu in Nepal col tetto del mondo alle spalle, fino alle modernissime metropoli cinesi, simbolo della crescita e della prosperità economica di questo nuovo “ombelico del mondo”.
Inevitabile che i viaggiatori saranno messi a dura prova in questo lungo viaggio, le difficoltà linguistiche si faranno sentire (soprattutto per una delle coppie: “Help we” è uno dei tormentoni del programma, a voi scoprire a chi appartiene) ma anche la convivenza forzata col proprio partner riserverà problemi inaspettati (pensate a dover fare un viaggio simile con vostro padre o con vostra madre, capita anche questo nel programma).
Come se non bastasse i 2 euro al giorno, ovviamente convertiti nelle valute locali di volta in volta, serviranno per mangiare. Per tutto il resto… non ci sarà la famosa carta di credito, ma i viaggiatori dovranno affidarsi alla generosità dei locali a cui dovranno chiedere passaggi facendo autostop lungo le strade o chiedere ospitalità per le lunghe, e a volte insonni, notti; ed è qui che il format rivela il suo punto di forza, quel quid, quell’x factor (la citazione della concorrenza è puramente casuale) che tiene incollati milioni di telespettatori, alimentando il passaparola (vero punto di forza pubblicitario del programma, complice una promozione un po’ latente, ahimè) tra giovani e meno giovani; il confronto tra le differenti culture, l’osservazione da vicino di usi e costumi lontani anni luce da noi, l’elogio al multiculturalismo e alla pluralità di visioni è ciò che fa di questo programma una vera e propria gemma rara in un panorama televisivo odierno che manifesta un bisogno di riqualificazione.
Il messaggio di dialogo e di confronto culturale lanciato dal programma è qualcosa di veramente inedito e che vale la pena soffermarsi a guardare; altro aspetto del gioco, non meno importante, è quello della solidarietà; la coppia che arriva per prima alla tappa giornaliera vince infatti 5000 euro che potrà devolvere ad un ente di propria scelta operante nel territorio toccato dal viaggio.
A dirigere le operazioni di volta in volta è un inedito Emanuele Filiberto, a cui tocca il ruolo di istruire i viaggiatori sul percorso da seguire, attenderli ai vari traguardi di tappa e fermare il viaggio al calare del sole per permettere a questi ultimi di chiedere ospitalità per la notte.
Lascio al lettore la curiosità di scoprire quali sono le coppie in gara, “Pechino Express” è in onda il giovedì sera su Rai due con replica il sabato pomeriggio, il programma si dimostra inoltre particolarmente attivo dal punto di vista dei social network, avendo una pagina Facebook e un seguitissimo account Twitter attraverso il quale i telespettatori possono sentirsi partecipi del viaggio “cinguettando” le proprie impressioni usando l’hashtag #PechinoExpress.
Buona visione e Buon viaggio.
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