Smateria è la nuova vita dalla materia. E’ l’idea di due italiane che in Cambogia si sono incontrate 5 anni fa e hanno fatto un sogno ad occhi aperti: creare oggetti da materiali poveri o riciclati. Una sorta di nuova vita, ma ancora più in forma di prima. Ed è così che vecchie reti usate per la pesca o come zanzariere, selle di vecchie moto e sacchetti di plastica usati, diventano borse, zaini, portamonete e tanto altro.
Elisa, una delle due fondatrici, padovana, è arrivata in Cambogia dalla Cina in cerca di idee. In un mercato vede un rotolo di rete da cantiere rovinata ed inciampa in un sacchetto nero di plastica. E la scintilla del genio che è in lei scocca, portando con se l’ispirazione che Elisa cercava.
Comincia da sola a creare oggetti da questi due materiali, in casa. In seguito incontra Jennifer, trentina, la razionalità che serviva ad Elisa per far fruttare l’intuizione. Subito aprono un bottega artigiana e avviano la produzione. Nasce “Smateria”. Il progetto si avvia con l’ausilio di 3 sarti e via via è cresciuta: ora l’azienda conta infatti 60 dipendenti.
Ora Elisa è tornata in Europa, da dove gestisce la produzione e continua ad occuparsi della parte creativa e dello sviluppo del prodotto. Jennifer con la sua famiglia è rimasta in Cambogia e segue tutto il resto.
Oltre alla filosofia del recupero, Smateria è improntata anche al rispetto delle persone che sono impiegate nell’azienda. Tutti i collaboratori sono assunti con regolare contratto redatto nel rispetto delle norme internazionali di lavoro, compresa un’assicurazione che permette ai dipendenti di potersi curare in caso di malattia.
Al 90% si tratta di giovani lavoratrici. Per questo è stato predisposto un angolo/asilo con due baby sitter che si occupano dei figli piccoli, dalle 8 del mattino alle 5 di sera. La produzione è affidata anche a molte cellule familiari esterne, le quali sono state finanziate fornendo loro macchine da cucire e formazione. Le oltre 40 macchine da cucire già consegnate vengono ripagate mensilmente dalle famiglie senza interessi.
Meravigliosi ricami all’uncinetto ricavati da fili di plastica riciclata, abbelliscono in modo stupefacente borse e pochettes. L’abilità di queste donne nel lavorare materiali non usuali, conferisce al prodotto un tocco esclusivo e di forte impatto qualitativo ed estetico. Il design di Elisa poi, è di grande attualità ed in linea con i gusti fashion del momento.
Da qualche anno Smateria collabora anche con il CIAI, un’associazione, presente anche in Cambogia, che si occupa di bambini e adozione internazionale. Dalla Cambogia Smateria esporta in 18 Paesi nel mondo ed ha una vasta rete di rivenditori.
Un’idea, una scintilla scoccata per caso guardando sacchetti gettati per strada, è diventata una grande realtà che continua a crescere e ad espandersi. Il punto di forza è la grande collaborazione tra imprenditrici e lavoratori e che permette a tutti di lavorare con serenità e soddisfazione.
“Nessun dipendente ci ha lasciate fino ad ora” – dichiara soddisfatta Jennifer. “E questo per noi è una gioia e la conferma che stiamo lavorando bene”. Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si Smateria.
Paola Totaro
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Americhe20 Dicembre 2024Usare l’AI per ridare un’identità a 10 milioni di schiavi afroamericani
- Centro e Sud America20 Dicembre 2024Capoeira, la ‘danza’ che preparava gli schiavi alla libertà
- Nord America19 Dicembre 2024La vita straordinaria di Elizabeth Miller, da Vogue a reporter di guerra
- Europa19 Dicembre 2024La doppia vita di Solomon Perel, nella Hitlerjugend per sopravvivere all’Olocausto