Svolta a Cuba: dal prossimo gennaio “quasi” tutti i cittadini cubani potranno viaggiare all’estero senza bisogno di permessi speciali: basterà il passaporto valido ed eventuali visti da parte dei Paesi di destinazione.
L’atteso via libera agli espatri entrerà in vigore dal 14 gennaio 2013, come annunciato da parte del regime sul giornale di partito “Granma”, e sancirà la fine di uno dei più criticati divieti vigenti nel Paese. La novità fa seguito all’adozione di una serie di riforme economiche in atto dal 2011 e che hanno determinato un parziale ingresso di Cuba all’economia di mercato nell’ambito di un sistema centralizzato comunista.
Negli ultimi 50 anni, dall’inizio del regime di Castro, l’uscita dai confini di Stato è stata subordinata all’ottenimento del permesso da parte delle autorità cubane, le quali potevano negarlo anche senza motivazioni.
Per giustificare il viaggio, era inoltre necessaria una lettera d’invito da parte del soggetto estero. In ogni caso l’allontanamento dal territorio cubano non poteva superare gli 11 mesi, pena la possibile confisca dei beni ed il rischio di non poter rientrare, in quanto considerati espatriati definitivi.
Le nuove norme prevedono che gli espatri per motivi di lavoro non potranno durare più di 24 mesi, e che eventuali proroghe saranno autorizzate dal Consolato cubano.
Inoltre per determinate categorie di lavoratori, come medici, militari e professionisti, considerati “una parte importante della società”, saranno applicate particolari restrizioni per evitare una possibile “fuga di cervelli” .
“L’aggiornamento della politica migratoria, tiene conto del diritto dello Stato di difendersi dai rivoluzionari piani interventisti e sovversivi del governo degli Stati Uniti e dei suoi alleati – si legge nel comunicato -. Pertanto, le misure (restrittive ndr) sono mantenute per preservare il capitale umano creato dalla Rivoluzione, dal furto di talenti da parte dei potenti”.
Paola Totaro
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