A 100 giorni dal insediamento al potere, il presidente egiziano Mohamed Morsi, decide di concedere l’amnistia per tutti quei reati “commessi con l’intento di sostenere la rivoluzione e di raggiungere i suoi obiettivi nel periodo compreso tra il 25 gennaio 2011 al 30 giugno 2012”. Ad usufruire di tale decreto saranno i partecipanti della “primavera egiziana“; il provvedimento riguarderà cioè tutti quei cittadini che hanno presenziato la rivoluzione del 25 gennaio, ribellandosi all’autorità di Hosni Mubarak e portando alla caduta il suo presidenzialismo, oltre che quelli che fino al 30 giugno del 2012 (data d’inserimento dell’attuale presidente egiziano) hanno partecipato alle manifestazione successive.
Nello specifico, potranno avvalersi dell’amnistia sia i detenuti già condannati che quelli ancora in attesa di giudizio, ad eccezione dei colpevoli o accusati di omicidio volontario. Tutte le persone che non usufruiranno del decreto avranno un mese di tempo per preparare il ricorso.
Mohamed Morsi, primo presidente egiziano eletto democraticamente, decide, forse non proprio casualmente, il momento per far passare questo provvedimento. Infatti, cade proprio alla vigilia del primo anniversario della morte di 20 manifestanti copti, che (il 10 ottobre dello scorso anno) protestavano in seguito all’incendio di una chiesa copta da parte di islamisti radicali. Le scarcerazione stanno già avendo inizio.
Annarita Tucci
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