Grecia, deputata di Alba Dorata: “Gli immigrati? Subumani”

Eleni Zaroulia

“Sub-umani”, questo il termine usato per definire gli immigrati da Eleni Zaroulia, deputata al Parlamento greco tra le file di Chrisì Avghì (Alba Dorata) – il partito neonazista e greco dalle chiare posizioni xenofobe che dalle elezioni del giugno scorso conta 18 seggi (7% dei voti) nel parlamento ellenico – oltre che, da ottobre, membro della commissione sull’uguaglianza e antidiscriminazioni del Consiglio d’Europa, durante una discussione in merito ad una proposta di legge per il voto dei cittadini greci residenti all’estero.

Secondo quanto riportato dall’agenzia greca Ana, la deputata avrebbe chiesto durante il suo intervento – oltre a maggiori diritti per i cittadini di origine greca residenti al di fuori della Grecia – la differenziazione del trattamento degli immigrati in Grecia in base alle loro origini. Ai cittadini albanesi e russi di origine greco-ortodossa dovrebbe, infatti, spettare un trattamento migliore rispetto agli altri. A parere della parlamentare – contraria alla concessione del diritto di voto per le elezioni comunali agli immigrati con una certa anzianità di residenza – “è una vergogna trasformare i greci in immigrati illegali e far eleggere i sindaci con i voti di immigrati illegali che non hanno niente in comune con la Grecia, la Grecia di Platone e dei filosofi”. La stessa ha inoltre aggiunto che la coalizione di governo con tali provvedimenti sta “riducendo i migranti greci come un sub-umano qualunque che ha invaso il Paese e ha portato ogni tipo di malattie. Questa è una disgrazia”.

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“Nell’era della globalizzazione, – ha continuato Eleni Zaroulia, “non è possibile che i greci che vivono all’estero non possano avere voce su ciò che accade nel Paese. Non è possibile garantire questo diritto a ogni Ali, Hassn, Adbul o non so chi altro che arriva dal Terzo Mondo“.

Alla richiesta del presidente dell’Assemblea, il socialista Iannis Dragasakis, di ritrattare le sue affermazioni, la parlamentare ha risposto negativamente. Il caso è stato deferito alla Conferenza dei presidenti della Camera che ne ha formalmente condannato il comportamento.

Valentina Ersilia Matrascìa


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