Opp Store, ovvero negozio delle opportunità. Un negozio dove entri, compri un vestito e i soldi vengono donati ad una famiglia bisognosa. L’iniziativa parte dal GUS, il Gruppo Umano Solidarieta, una Ong che nasce come associazione di volontariato nel 1993 per onorare Guido Puletti, giornalista morto in Bosnia mentre portava aiuti alle popolazioni martoriate dalla guerra.
Il primo negozio è stato aperto a Falconara. I prossimi in apertura sono previsti a Jesi, Macerata e Fermo. L’obiettivo della Ong è quello di “dare risposte concrete”, come spiega a Repubblica il dirigente, Giovanni Lattanzi, “abbiamo sempre più richieste di persone che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese: i nuovi poveri. I Comuni stanno subendo tagli forti e non riescono dunque a rispondere a tutti i bisogni. Abbiamo pensato di aprire una serie di Opp Store, per cercare di portare un beneficio a chi ne ha bisogno”.
Grazie a queste donazioni le persone bisognose, segnalate in un apposito elenco fornito dalle amministrazioni comunali, potranno avere ogni settimana alimenti di prima necessità. Per non gravare sulle famiglie che donano, Opp Store ha stipulato delle convenzioni con delle aziende locali che offrono capi di abbigliamento nuovi ed etichettati ad un prezzo vantaggioso. In questo modo i donatori sono invogliati a comprarli facendo allo stesso tempo una buona azione. Il progetto mira ad ampliarsi però, offrendo servizi utili alle famiglie come ore di baby sitter, aiuto per i bambini nel doposcuola o assistenza per anziani.
Consapevoli di non poter “fare miracoli”, Giovanni Lattanzi sottolinea quanto “ognuno di noi possa fare molto. Daremo conto nel nostro bilancio sociale di come abbiamo speso i soldi”. Soldi che, secondo le stime dell’associazione, si aggirano intorno ai duemila euro l’anno necessari per coprire i bisogni primari di una singola persona.
Un’iniziativa importante, un modo per rispettare uno dei valori dell’associazione, non a caso messo al primo posto della lista: se qualcuno ha bisogno di aiuto, ha il diritto di trovare una mano tesa.
Ilaria Bortot
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