Nel 2012 sono 870 milioni le persone che al mondo soffrono la fame. Un essere umano su otto è cronicamente sottonutrito. Di questi, 852 milioni vivono nei Paesi in via di sviluppo, 16 milioni nei Paesi sviluppati. Sono i numeri del nuovo Rapporto sulla Fame nel mondo dell’Onu, elaborato da Fao, Wfp e Ifad e reso noto questa mattina a Roma.
Secondo i dati, nonostante negli ultimi venti anni il numero complessivo delle persone che soffrono la fame sia diminuito di 132 milioni, sono ancora troppe le persone che denutrite, tra cui 100 milioni di bambini sotto i cinque anni ancora sottopeso o gravemente sottopeso. Ogni anno la malnutrizione infantile uccide 2,5 milioni di bambini.
Nel rapporto si legge che la crisi economica dal 2007 al 2012, non ha determinato un aumento della fame, anche perché in molti Paesi in via di sviluppo la crisi non ha toccato l’economia. Tuttavia in Asia sono 563 milioni i cittadini che soffrono la fame, in America Latina 49 milioni e in Africa 239.
“In Africa subshariana – ha spiegato Da Silva, direttore generale della Fao – stiamo perdendo la nostra battaglia: il numero di chi soffre la fame è aumentato fino a 239 milioni. Un’altra area a rischio è il vicino oriente e l’Africa del nord, questa volta a causa dei conflitti. Migliori invece i numeri dell’America Latina che ha avuto beneficio della forte crescita economica e agricola della parte sud, e quelli dell’area Asia-Pacifico dove si registra una riduzione delle persone che soffrono la fame in termini assoluti abbastanza consistente. Raggiungere gli obiettivi di sviluppo del Millennio e’ ancora possibile – ha concluso Da Silva – il primo step e’ il dimezzamento di chi soffre la fame. Ma la sfida lanciata e’ quella della fame zero. Lavoreremo alacremente per raggiungere questo obiettivo”.
Quali sono le soluzioni indicate dalle organizzazioni per raggiungere questi obiettivi? Nel Rapporto è specificato che la via maestra è rappresentata dalla crescita economica a partire dal settore agricolo. In particolare per mano dei piccoli agricoltori. Il modello da seguire dovrà inoltre avere un approccio verso la sostenibilità e di conseguenza quindi essere appoggiato da incentivi.
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