“Se rinascesse somalo, pure lui avrebbe votato contro l’inasprimento della legge d’asilo”. Queste le parole dello slogan. Ad accompagnarle, una foto satirica: il volto dipinto di nero di Christoph Blocher, leader conservatore del partito della destra populista svizzera, Unione Democratica di Centro (Udc), ritratto in un deserto, tra i resti di una città distrutta dalle fiamme. Un messaggio inequivocabile, quello della campagna antirazzista promossa dal gruppo elvetico di Amnesty International.
L’obiettivo, contestare le nuove restrizioni politiche svizzere in tema di asilo e accoglienza. Il volto dei politici xenofobi è stato rivisitato in chiave “extracomunitaria”, dipinto di nero, somatizzato con tratti stranieri. La campagna contro un corpus di norme che, stando alle denunce di Amnesty, “mette a rischio i diritti umani”, usa come testimonial proprio i “responsabili” di queste nuove derive normative.
Ieri, il gruppo impegnato nella ironica contestazione, ne spiegava il senso attraverso un comunicato stampa: “Col sostegno di altre organizzazioni umanitarie, Amnesty International – Svizzera lancia oggi una campagna nazionale per criticare la politica svizzera dell’asilo, sempre meno rispettosa dei diritti umani”.
Campagna contrastata da una feroce ironia: è sempre il leader di Udc, infatti, a comparire (suo malgrado) anche in un video. Vittima di freddo e fame, come un perfetto migrante, abbandonato in un campo profughi, è intento a cucinare carne di capra. Al suo fianco, nelle stesse condizioni disperate, il suo collega di partito, Ueli Maurer. La scelta dell’animale non è casuale: la capra è la mascotte del gruppo politico.
E se questo è il destino toccato in sorte ai leader politici, non meno sferzante è la reinterpretazione di Giuliano Bignasca, presidente della Lega dei Ticinesi. Nella campagna di Amnesty, l’uomo “interpreta” Girmay, clandestino eritreo che racconta il dramma della fuga attraverso le acque del Mediterraneo. Toccante la “parte”: “Sono stato in mare 21 giorni. C’erano ottanta persone sulla barca. Solo cinque sono sopravvissute”.
La satira è l’arma che Amnesty ha usato contro due procedure d’urgenza stabilite dal Parlamento, relative alla riforma di legge sull’asilo promulgata nei giorni scorsi: l’eliminazione della possibilità di avanzare domanda presso le ambasciate e la mancata concessione del riconoscimento dello status di rifugiati ai renitenti. Queste le misure varate.
Ancora più discusse, invece, le proposte avanzate dall’Udc: l’internamento dei richiedenti asilo fino alla scioglimento della riserva sulle domande e la drastica riduzione dei tempi per il ricorso. Una politica che Amnesty sta cercando di smantellare con questa sorta di “contrappasso dantesco”.
Facendo vestire ai politici i panni delle persone che, presto, potrebbero subire enormi pregiudizi a causa delle loro decisioni, potrebbe portare a un cambiamento di rotta. È un’operazione satirica, con cui si sta cercando “di favorire l’immedesimazione e la solidarietà nei confronti dei richiedenti asilo”.
Emilio Garofalo
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Ueli Maurer e’ dell’ SVP, la capra e’ la loro mascotte (solitamente ritratta mentre scalcia un immigrato fuori dalla svizzera).
Questi non sono neri di pelle, sono marroni come la merda di cui sono fatti.