di Tahar Lamri
Il 5 ottobre 1988, migliaia di giovani invadono le strade delle città algerine nella prima rivolta per la dignità e la democrazia, preludio a ciò che la doxa occidentale fa finta di scoprire nel 2011.
Non era la prima rivolta, nel 1980 c’ era già stata la cosiddetta ‘Primavera berbera’ (Tafsut Imazighen). Non c’era ancora Facebook e Twitter né la possibilità di cliccare ‘Mi piace’ su una rivolta. L’esercito scende per strada e spara: più di 500 morti. Alcuni mesi dopo viene varata una costituzione democratica e aperto il campo politico al pluralismo e la democrazia.
Nel gennaio 1991, elezioni, vince il Fis, di tendenza islamica, l’esercito annulla le elezioni, scoppia la guerra civile: più di 200.000 morti. Per ogni algerino, ciò che succede dal 2011 nei paesi arabi, c’est du déjà vu…
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