La notizia sta facendo il giro del mondo e rischia di penalizzare il presidente degli Stati Uniti Barack Obama nella corsa alla Casa Bianca. George Obama, fratellastro keniota del presidente, torna a far parlare di sé: è stato accusato dall’ex fidanzata di aver rapito il figlio della stessa con l’intento di portarlo negli Stati Uniti. Secondo la versione della donna, George si sarebbe recato a casa sua il giorno del terzo compleanno del piccolo e con la scusa di comprargli un regalo, l’avrebbe prelevato negando ai parenti della madre di accompagnarlo; usciti di casa non hanno più fatto ritorno e i giudici della donna affermano, secondo quanto riporta l’Abc citando i media di Nairobi, che lo stesso George avrebbe dichiarato di voler portare il piccolo in America.
Non è la prima volta che George Obama, figlio del padre del presidente Barack, riemerge durante le elezioni presidenziali. La sua notorietà venne a galla già nell’agosto del 2008, quando, a pochi mesi dal voto che portò alla Casa Bianca il primo presidente di colore, “Vanity Fair Italia” pubblicò un reportage in cui venne ritratto in una baracca di Nairobi decorata con poster dell’Inter e del Milan. Fu il preludio sportivo a una storia edificante che lo stesso George ha successivamente raccontato in un libro di memorie intitolato “Homeland”, uscito nel 2010 da Simon and Schuster. L’estate scorsa, invece, Dinesh D’Souza, regista di estrema destra, andò a trovare George nella sua baraccopoli con l’intenzione di proporgli una parte in “Obama’s America”, un film in cui il presidente verrebbe criticato anche per l’assenza di amore fraterno nei confronti dell’altro figlio di suo padre.
Luca La Gamma
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