A Ginevra il direttore esecutivo di Unaids (il programma comune delle Nazioni Unite su Hiv/Aids), Michel Sidibè, ha reso noti i dati riferiti al 2011 riguardo questa patologia e pubblicati nel documento World Aids Day report 2012. Nello scorso anno sono state registrate 2,5 milioni di nuove infezioni da Hiv, 700 mila in meno rispetto al 2001.
Sidibé ha dichiarato: “Stiamo ottenendo progressi sempre più velocemente: gli stessi risultati che in passato si raggiungevano in dieci anni oggi li otteniamo in 24 mesi”. Ed ha aggiunto: “I miglioramenti sono progressivamente sempre più veloci e questa è la prova che se c’è la volontà politica e la costanza potremmo ottenere gli obiettivi che ci siamo prefissati entro il 2015”. L’obiettivo di Unaids, infatti, è quello di raggiungere entro i prossimi mille giorni, l’”Obiettivo del Millennio” sull’Aids: zero contagi.
Nel 2011 i malati erano 34 milioni, dei quali 3,3 milioni erano bambini, e le infezioni sono scese dai 2,7 milioni del 2010 ai 2,5 del 2011. Le morti sono passate da 1,8 a 1,7 milioni, dei quali 230mila erano bambini, registrando una diminuzione del 25% dal 2005 al 2011. Anche l’accesso ai farmaci è nettamente migliorato: ben del 63% negli ultimi 24 mesi.
La maggioranza delle infezioni si è riscontrata nei paesi dell’Africa sub-sahariana, ma in sei paesi – Burundi, Kenya, Namibia, Africa del sud, Togo e Zambia -, il numero di bambini infettati dal virus hiv è sceso di almeno il 40% tra il 2009 e 2011. Nel mondo le infezioni dei bambini sono scese del 24% negli ultimi due anni.
Ma ancora molto c’è da fare. Si stima infatti che 6,8 milioni di persone che avrebbero bisogno di una terapia non vi hanno accesso e che circa la metà dei 34 milioni di sieropositivi non conoscono la propria condizione di salute. Nuove infezioni e decessi sono invece in aumento in Europa orientale, Asia centrale, Medio Oriente e Africa del Nord.
Sul fronte dei finanziamenti Unaids esprime preoccupazione: ad oggi infatti manca circa il 30% dei fondi necessari annualmente da qui al 2015. Nel 2011 sono stati investiti 16,8 miliardi di dollari, ma per ognuno del prossimi tre anni occorrerebbero circa 22-24 miliardi. Gli Stati Uniti sono il paese che contribuisce maggiormente – da un punto di vista economico – alla lotta alla malattia, insieme al Fondo Globale per l’Aids, la Tubercolosi e la Malaria.
Paola Totaro
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Americhe20 Dicembre 2024Usare l’AI per ridare un’identità a 10 milioni di schiavi afroamericani
- Centro e Sud America20 Dicembre 2024Capoeira, la ‘danza’ che preparava gli schiavi alla libertà
- Nord America19 Dicembre 2024La vita straordinaria di Elizabeth Miller, da Vogue a reporter di guerra
- Europa19 Dicembre 2024La doppia vita di Solomon Perel, nella Hitlerjugend per sopravvivere all’Olocausto