“I ricchi paghino più tasse”, Obama inizia il secondo mandato

“Chiedere ai più ricchi di pagare più tasse“. Non usa il politichese Barack Obama nel segnalare la propria ricetta per ridurre il deficit statunitense, dichiarando di voler prendere esempio da “quanto fatto negli anni ’90 quando Bill Clinton era presidente”. “Questa è la strategia”, ha continuato il riconfermato presidente, “per ridurre il deficit e allo stesso tempo per fare gli investimenti necessari per costruire una classe media e un’economia forti”.

Nel primo discorso del secondo mandato Obama ha dichiarato che “è arrivato il momento di tornare al lavoro, c’è molto da fare”, e che gli elettori “hanno votato per l’azione, non per la solita politica”, aggiungendo che “la maggioranza degli americani si è trovata d’accordo”, riferendosi ai “democratici, agli elettori indipendenti e ai tanti repubblicani in tutto il Paese, così come agli economisti indipendenti e agli esperti di bilanci statali”.

Premettendo di non accettare “qualsiasi approccio che non sia bilanciato”, il Presidente ha annunciato il proprio piano di risanamento, che consiste nel ridurre il deficit di 4mila miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, aggiungendo che comunque la priorità “non può che essere centrata su occupazione e crescita“.

“Se il Congresso non trova un accordo generale sulla riduzione del deficit entro fine anno, per tutti le tasse aumenteranno automaticamente a partire dal primo gennaio, incluso il 98% degli americani che guadagnano meno di 250.000 dollari all’anno. Questo non ha alcun senso. Sarebbe una cosa negativa per l’economia e colpirebbe le famiglie che stanno già facendo fatica per arrivare alla fine del mese“, ha infine concluso Obama riferendosi al “fiscal cliff“, quel corpus di benefici fiscali in scadenza e tagli alle spese voluti da George Bush, aggiungendo che di essere “pronto a firmare una legge, adesso”.


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