Alla fine del concerto a Pechino, lo scorso 25 Novembre, Elton John ha dedicato la sua esibizione all’artista e designer Ai Weiwei, noto dissidente cinese. Come riportato dal Global Times, il governo del Paese asiatico ha criticato fortemente la scelta del cantante, compiuta “in violazione del contratto segnato con la sua controparte cinese”. E questo potrebbe indurre i “rilevanti dipartimenti” a “esitare in futuro” in merito la scelta di invitare musicisti stranieri in Cina.
Non è la prima volta che accadono fatti del genere. Nonostante il divieto infatti, anni fa i Rolling Stones cantarono “Beast of Burden” (Bestia da soma) e nel 2008 la cantante islandese Bjork, durante un concerto a Shanghai, chiese l’indipendenza del Tibet.
Il dissidente Weiwei, che aveva incontrato Elton John, prima dell’esibizione, nega di essere stato a conoscenza dell’intenzione del cantante inglese: “Quando l’ha fatto, è stata una grande sorpresa. Il ministero della Cultura non è probabilmente contento ma non c’è molto che possa fare. Elton John è un cantante molto popolare e molto influente”.
Nel 2009, un blog dell’artista cinese, nel 2009 venne chiuso dalle autorità e per la sua opposizione al regime, l’uomo è rimasto recluso per 81 giorni dal 2 aprile al 22 giugno del 2011.
Durante la detenzione, i principali musei del mondo (tra i quali la Galleria Tate Modern di Londra, che ne ha ospitato l’installazione “Semi di girasole”) hanno lanciato in suo favore una petizione online, che ha raccolto l’adesione di migliaia di persone. Weiwei è’ stato rilasciato su cauzione e ora dovrà difendersi dall’accusa di evasione fiscale, mossagli formalmente dalle autorità.
Nelle scorse settimane, il designer aveva deciso di realizzare una versione del famoso brano Gangnam Style. Le presunte allusioni politiche del testo, non sono piaciute al governo cinese.
Paola Totaro
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