Nonostante ci sia una certa difficoltà a verificare il grado di attendibilità delle informazioni, giunge, dai residenti di un distretto alle porte di Damasco, la notizia di un tentativo delle milizie lealiste di dare fuoco alla moschea sunnita Abu Bakr al Siddiq. Il gesto segue l’attentato di ieri al santuario sciita di Sayida Zeinab, importante meta che attira migliaia di fedeli da tutto il mondo: una grande esplosione, che aveva provocato 11 vittime.
Stamane, dunque, stando a quanto riportato anche dalla Commissione Generale della Rivoluzione Siriana, sigla che riunisce i comitati dei residenti colpiti dalle violenze interne al Paese, i miliziani filo-regime, appoggiati “dall’esercito governativo”, avrebbero incendiato i locali della moschea.
La guerra civile siriana prosegue ininterrottamente dal 2011: la rivolta armata dei residenti di Sayida Zeinab, che si sono sollevati contro il regime, ha portato alla costituzione di “comitati popolari”, composti da miliziani sciiti per la protezione del luogo di culto.
E contrastati con forza, naturalmente, dalle forse lealiste. E, se soltanto nella giornata di ieri si sono contate 141 vittime (tra queste, nove le donne e otto i bambini), oggi, secondo quanto riferito dall’ Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo, i caccia siriani avrebbe bombardato l’area metropolitana di Damasco. Sarebbero stati colpiti anche i villaggi nella provincia di Idleb, a nord-ovest del Paese.
Emilio Garofalo
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