Il 2012 è ormai agli sgoccioli. Come di consuetudine in questi giorni si passano in rassegna i fatti e le esperienze degli ultimi 365 giorni. A livello personale, e non solo, è utile fare il punto della situazione per trovare nuovi stimoli e obiettivi da raggiungere. Se dagli errori si può apprendere molto – e, si sa, di sbagli se ne compiono molti – guardare anche a ciò che si è ottenuto di buono, rende la prospettiva futura più allettante. Ci porta a sperare, se non di poter cambiare tutto, almeno in un domani migliore. E’ quello che ha fatto Amnesty International, che ha ripercorso gli ultimi 12 mesi alla luce del buono e del positivo che ci hanno regalato nell’ambito dei diritti umani.
Ecuador. La compagnia statunitense Texaco – acquistata nel 2001 dalla Chevron – è stata accusata di aver condotto le proprie attività estrattive senza alcun riguardo per la tutela dell’ambiente. I fiumi e le falde acquifere inquinati hanno causato gravi problemi alla salute pubblica. Dopo la denuncia collettiva degli abitanti della zona interessata, è stato avviato un processo che ha determinato, il 4 gennaio 2012 la condanna da parte della corte d’appello della città di Lago Agrio, nella provincia di Sucumbios, della Chevron per disastro ecologico e danni alla salute delle parti lese ed al pagamento di 18 miliardi di dollari.
Italia – Il 23 febbraio 2012 l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani in merito al caso “Hirsi Jamaa e altri contro l’Italia”. La causa si riferiva agli 11 cittadini somali e 13 cittadini eritrei i quali, nel 2009, insieme a circa altre 180 persone, erano state intercettate in mare a sud di Lampedusa e respinte direttamente in Libia, senza che fosse stata verificata la loro necessità di protezione internazionale. E questo a seguito dell’accordo Italia/Libia, allora in vigore.
Guatemala – Pedro Pimentel Rios,ex militare estradato dagli Usa nel luglio del 2011, il 14 marzo 2012 è stato condannato a 6060 anni di carcere per essere stato riconosciuto colpevole d’aver preso parte al massacro di Dos Erres nel 1982, che provocò la morte di oltre 250 civili. Anche altre 4 persone erano state condannate alla stessa pena. Gli anni complessivi sono il risultato della somma di 25 anni di carcere per ogni omicidio. Tutti i condannati erano membri di un’unità speciale dell’esercito del Guatemala chiamata Kaibiles. Nel dicembre 1982, i militari per tre giorni avevano interrogato e torturato gli abitanti del villaggio, tra i quali donne e bambini (leggi anche: Sosa, il macellaio del Guatemala che ottenne asilo politico in Canada).
Stati Uniti d’America – Il 25 aprile 2012, nel Connecticut, il governatore ha firmato la legge che abolisce la pena di morte. Il Connecticut è così diventato il 17° stato abolizionista degli Usa, anche se il provvedimento non ha incluso gli 11 detenuti che si trovavano ancora nel braccio della morte.
Siria – Dopo ben 27 anni di prigionia, nel maggio scorso è stato liberato Yaacoub Shamoun, un cittadino libanese scomparso dopo essere stato catturato dalle forze siriane in Libano nel luglio 1985. L’uomo si trovava in un carcere della regione orientale di Hasaka in Siria.
Egitto – Il 2 giugno 2012 un tribunale del Cairo ha condannato all’ergastolo l’ex presidente Hosni Mubarak e l’ex ministro dell’Interno Habib Al Adly per non aver prevenuto l’uccisione di oltre 840 manifestanti durante le proteste che si svolsero dal 25 gennaio all’11 febbraio 2011 nell’ambito della “rivoluzione egiziana “ detta anche “rivoluzione del Nilo”.
Repubblica Democratica del Congo – Il 10 luglio 2012 Thomas Lubanga Dyilo è stato condannato dalla Corte penale internazionale a 14 anni di carcere. L’uomo, a capo di un gruppo armato congolese, è stato ritenuto colpevole di aver reclutato e impiegato bambine e bambini soldato in un conflitto armato.
Messico – Il 21 agosto 2012 è stato giudicato incostituzionale dalla Corte Suprema l’articolo 57 II (a) del codice penale militare, sulla base del quale le denunce di violazioni dei diritti umani commesse da membri delle forze armate venivano indagate dalla giustizia militare.
Iran – L’8 settembre 2012 è tornato in libertà dopo tre anni di carcere per un reato d’opinione Yousef Naderkhani, un pastore evangelico ed è stato assolto dal reato di apostasia che gli era costata la condanna a morte nel 2010.
Slovacchia – Un passo avanti contro la discriminazione: il 30 ottobre 2012 il tribunale regionale di Presov ha definitivamente stabilito che la scuola elementare di Sarisské Michalany aveva violato la legge istituendo classi separate per i bambini e le bambine rom. Ma in tutta la Slovacchia sono comunque migliaia le bambine ed i bambini rom costretti a studiare in strutture e con programmi scolastici per soli rom e molti di loro vengono collocati in classi differenziali per bambini con “lieve disabilità mentale”.
Myanmar – Il 19 novembre 2012 sono stati rilasciati oltre 50 prigionieri politici e prigionieri di coscienza. Tra gli altri U Myint Aye, cofondatore della Rete dei difensori e promotori dei diritti umani condannato nel 2008 all’ergastolo, e Saw Kyaw Kyaw Min, difensore dei diritti umani e avvocato, condannato a sei mesi nell’agosto 2012.
Nigeria – Il 15 dicembre 2012 la Nigeria è stata giudicata responsabile, dalla Corte di giustizia della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale, della violazione della Carta africana dei diritti umani e dei popoli. La condanna si riferisce alle condizioni di vita della popolazione del delta del fiume Niger. La Corte ha stabilito infatti, la responsabilità del governo nigeriano in merito al comportamento delle compagnie petrolifere, le quali dovrebbero rispondere dei danni ambientali che provocano.
Con l’augurio di un 2013 improntato ancor più, sul riconoscimento dei diritti umani.
Paola Totaro
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