Più di 100 tombe sono state profanate lunedì scorso a Lahore, capitale della provincia pakistana del Punjab, in un cimitero Ahmadi nella zona di Model Town, da alcuni uomini che non sono stati ancora identificati.
Testimoni oculari hanno riferito d’aver visto 12-15 uomini con il viso coperto, mentre trasportano armi e strumenti per lo scavo, nel cimitero tra le 01.30 e le 01.45. Almeno cinque gli uomini in possesso di armi. Entrando nel cimitero hanno detto ai custodi che non è corretto scrivere sulle lapidi “Kalima” (dichiarazione di fede in Allah) o “Bismillah” (in nome di Allah), perché gli “ahmadi sono infedeli”.
Così ha raccontato l’accaduto Mohammed Younis, una guardia del luogo di sepoltura: “Stavo per addormentarmi quando ho sentito il rumore di persone che saltavano dentro. Quando sono andato a controllare, alcuni uomini si sono avventati su di me, hanno iniziato a picchiarmi e mi hanno preso la pistola”. In tutto circa 20 persone, tra ospiti e le famiglie dei custodi e guardie, sono stati rinchiusi. Gli uomini hanno riferito di far parte di un’organizzazione talebana fuorilegge.
La Ahmadiyya è un movimento organizzato religioso nato nel 1889. È diffuso in tutto il mondo ed è uno dei 73 gruppi originatisi in alveo islamico, di estrazione sunnita, anche se è giudicato eretico in quanto il suo fondatore aveva affermato che con lui si riapriva il ciclo profetico che invece, per l’Islam sunnita e sciita, si è (per dogma) esaurito con la figura di Maometto.
Non è la prima volta che sorgono problemi di questo tipo fra le comunità. Nel luglio scorso, Tufail Raza del Khatme Nabuwat Lawyers Forum si era rivolto alla Liaquatabad Police Station a Lahore per far rimuovere iscrizioni islamiche da alcune tombe del cimitero.
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