Non c’è pace per i bambini della Siria. Oltre alla guerra civile, che sta devastando il Paese, ora ci si mettono anche il freddo e il gelo. Circa 200mila giovanissimi si trovano ad affrontare l’inverno in condizioni precarie. Sono privi di tutto, dai vestiti pesanti alle coperte, dall’acqua calda al gas per il riscaldamento per non parlare delle medicine. Una guerra nella guerra. E a farne le spese sempre loro: i bambini.
Per far fronte all’emergenza servirebbero almeno 200.000 dollari, questo è quanto ha denunciato Save the children nel suo rapporto “Out in the cold”. L’appello è stato lanciato nei giorni scorsi alla comunità internazionale per chiedere un intervento immediato. La maggior parte dei rifugiati siriani, infatti, sono partiti dalla loro terra nel periodo estivo, quindi senza gli indumenti pesanti e i calzari adatti. Se non si interviene subito, “crescerà il numero dei bimbi malati e la diffusione dei virus influenzali” fa sapere l’Alto commissariato Onu per i rifugiati.
Attualmente sono circa 400mila i profughi registrati dall’Unhcr di cui più della metà composta da minori ma, secondo le Nazioni Unite il numero raggiungerà le 700mila unità entro la fine dell’anno. Nei vari accampamenti dove sono state allestite le tende per far fronte alle prime necessità, le intemperie meteorologiche obbligano gli ospiti a vivere in condizioni estreme. L’acqua riesce addirittura ad infiltrarsi nelle stesse e bagnare gli arredi improvvisati. È proprio in questo scenario che si può vedere la sofferenza dei bambini nascosta dietro quei giochi fatti di umili inseguimenti nel fango tra pecore e rifiuti. “Save the children of Syria”
Massimo Maravalli
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