OBAMA: “L’OPPOSIZIONE RAPPRESENTA I SIRIANI”. “Abbiamo deciso che la Coalizione dell’Opposizione Siriana è ora sufficientemente inclusiva e rappresentativa del popolo siriano che si batte contro il regime di Assad”. Sono queste le parole di Barack Obama nel corso di un’intervista di qualche giorno fa rilasciata all’emittente Abc.
Un grande passo, parafrasando il presidente degli Stati Uniti, che si allinea con le decisioni prese in precedenza da Gran Bretagna e Unione Europea che avevano già riconosciuto formalmente i gruppi dell’opposizione siriana come rappresentanti legittimi del Paese.
Ovviamente, è un riconoscimento che porta delle responsabilità, “vigileremo che si organizzino in modo efficace, che rappresentino tutti i partiti e si impegnino a portare avanti una transizione politica che rispetti i diritti delle donne e delle minoranze”.
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Delimitare il campo delle loro forze però diventa importante per l’intelligence americana, soprattutto perché gli scontri ormai si sono allargati anche nella regione curda settentrionale, dove opera il fortissimo PYD (Partiya Yekitiya Demokrat) legato al PKK nemico giurato di Ankara.
Rovesciare il regime di Aleppo è necessario, il supporto ai ribelli da parte dell’Occidente è sicuramente un segnale positivo. Indispensabile è però non far cadere tutto nelle mani di Al Qaeda. Alla Siria non serve veder sventolare la bandiera nera dei terroristi.
di Ilaria Bortot
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