La polizia federale tedesca ha un problema di razzismo al proprio interno? Secondo il settimanale Der Spiegel negli ultimi anni sono aumentate le proteste di viaggiatori che si sono sentiti trattati in modo razzista dagli agenti della Bundespolizei, che agisce tra l’altro da polizia di frontiera ed è responsabile ad esempio per i controlli negli aeroporti o sui treni.
Dal maggio del 2009 sono stati registrati 57 casi in cui diretti interessati o testimoni hanno riferito di persone discriminate dai poliziotti a causa del colore della loro pelle o delle loro origini straniere, ad esempio durante i controlli sui treni. In un caso, ad esempio, un’alta funzionaria dell’Ufficio europeo dei brevetti ha lamentato come una sua dipendente fosse stata sottoposta più volte a verifiche mirate dei documenti a causa del colore della sua pelle. Presso il comando di polizia di Pirna, nell’Est della Germania, un uomo ha riferito che alcuni poliziotti avevano controllato soltanto le persone non bianche. E un altro uomo ha protestato perché, durante una perquisizione personale, era stato definito “ebreo”, in quanto circonciso.
In appena due dei 57 casi la Bundespolizei ha ammesso di aver sbagliato. I reclami interessano otto dei nove comandi della polizia federale. Nella lista citata dal settimanale manca solo il comando di polizia di Coblenza, lo stesso presso il quale uno studente universitario tedesco di colore e almeno altre tre persone avevano lamentato di essere state controllate in modo mirato perché apparentemente straniere. Lo studente, nato e cresciuto in Germania, aveva presentato una denuncia e nell’ottobre del 2012 il tribunale regionale della Renania-Palatinato gli aveva dato ragione, stabilendo che la polizia non può chiedere i documenti a qualcuno solo a causa del colore della sua pelle.
L.G.
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