In Siria le violenze non accennano ad arrestare. Proseguono i bombardamenti su Damasco e, stando alle ultime notizie diffuse da al-Jazeera, sono 40 le vittime di un raid aereo condotto dalle forze del regime siriano sul sobborgo di al-Maliha.
Ma in Siria oltre alle vittime (che stando ai dati diffusi dall’Onu sarebbero 60mila dall’inizio del conflitto) proseguono i rapimenti. È di ieri infatti la notizia che il 22 novembre scorso è stato rapito, assieme ad un collega, il giornalista americano James Foley.
Esperto reporter di guerra già rapito lo scorso anno mentre seguiva le rivolte in Libia e rilasciato dopo sei settimane dai militari di Muammar Gheddafi, James è stato prelevato nella città di Taftanaz da quattro uomini, che in seguito hanno rilasciato il suo autista e il suo interprete.
I familiari avevano chiesto e ottenuto il silenzio stampa sul sequestro, ma ieri l’appello pubblico e l’apertura del sito internet www.freejamesfoley.org: “Vogliamo che Jim torni a casa sano e salvo, o almeno dateci la possibilità di parlare con lui. Jim è un giornalista obiettivo e chiediamo che sia rilasciato. Per favore contattateci”.
Le ragioni del rapimento restano sconosciute. Non è chiaro se i sequestratori abbiano agito per motivi di denaro, se siano legati ai gruppi islamici o se facciano parte delle forze del regime di Damasco.
T.M.
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