Mali, civili colpiti da raid aereo francese. Le Drian: “E’ solo l’inizio”

L’assedio francese in Mali è appena cominciato. Jean-Yves Le Drian, ministro della Difesa della repubblica d’Oltralpe, ha parlato dell’azione militare intrapresa dal proprio Paese e le sue parole delineano una situazione complessa, delicata e molto pericolosa.

Descrivendo i gruppi terroristi malesi, Le Drian ha parlato di una fitta rete, molto ben organizzata, determinata, in grado di spostarsi rapidamente sul territorio, sfuggendo così a ogni controllo, e di ottenere informazioni strategiche grazie a una “forte capacità tattica e di informazione”.

Le dichiarazioni del ministro giungono a poche ore di distanza dalla notizia dell’uccisione di 11 civili durante un raid aereo compiute dalle forze francesi. Aerei da combattimento hanno colpito alcuni tra i campi di addestramento degli insorti, in un’area compresa tra Duenza, Gao e Timbuktu.

Nel mirino dei Mirage e Rafale, anche depositi di armi e giacimenti petroliferi. E se la azione ha permesso di eliminare molti dei combattenti legati alle forze islamiste, durante il bombardamento aereo hanno perso la vita anche 11 civili (il bilancio potrebbe aumentare, a causa del numero dei feriti gravi e dei dispersi). Tra questi, vi sono anche tre bambini.

Un attacco, quello francese, ben architettato: anche via terra, le truppe transalpine hanno contrastato l’avanzata delle forze islamiche. Lungo la rotta verso sud, in direzione di Bamako, i militari inviati dal governo di Hollande hanno reso possibile la riconquista di un villaggio importante ai fini strategici grazie alla sua collocazione geografica: Konna, situato, appunto, al centro del Paese, divenuto anche la linea di demarcazione del territorio.

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Ma stando alle dichiarazioni rese dal ministro Le Drian, si renderà necessario l’invio di nuove truppe via terra. Le forze militari già impegnate non sarebbero, dunque, sufficienti a controllare, con l’obiettivo di eliminarla, l’avanzata delle forze islamiche.

Gli uomini del Movimento per l’unicità della jihad nell’Africa occidentale (Mujao), uniti in un’alleanza con Aqmi, al-Qaeda del Maghreb e Ansar Eddine, hanno ripreso alle truppe regolari la cittadina di Diabaly. Stiamo parlando di un distretto situato a soli 400 chilometri dalla capitale, sulla linea di confine con la Mauritania.

Motivi validi, a detta del governo francese, per intensificare il programma dell’assedio militare in Mali: accanto alle forze speciali già impegnate al fronte, Parigi si sta adoperando al fine di inviare altri 2mila uomini, da affiancare alle 550 unità presenti in Africa.

Anche sul fronte diplomatico, l’attività prosegue ininterrottamente. Se la Francia gode del sostegno della comunità internazionale, politico, come nel caso dell’Italia, e logistico, come nel caso di Usa, Canada e Gran Bretagna, c’è una fiduciosa attesa, sul fronte africano, che prenda forma la compagine africana così come delineata dalle risoluzioni dell’Onu: oltre 3mila uomini, promessi da Burkina Faso, Nigeria, Niger, Senegal e Bénin, che prendano in mano il controllo delle operazioni.

Emilio Garofalo

 


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