In un comunicato i Giovani Musulmani d’Italia (GMI) condannano apertamente la decisione del governo italiano di dare “supporto logistico” alla Francia nel suo intervento militare in Mali. “La presenza di gruppi estremisti nel Paese”, si legge nel comunicato, “sembra esser stato un pretesto, e non certo la causa principale, per avviare le operazioni militari che sembrano assumere i caratteri di una nuova politica coloniale: lo sfruttamento delle risorse energetiche grazie al legame stretto con i governi dittatoriali. Non è un mistero, infatti, che il Nord del Mali sia ricco di giacimenti d’oro, fosfati e petrolio sui quali la Francia intende consolidare il controllo grazie al sostegno di Parigi alla giunta militare di Bamako. Una dittatura arrivata al potere rovesciando un governo democraticamente eletto, sospendendo la Costituzione, limitando le libertà e il cui esercito in questi giorni sta sistematicamente violando i diritti umani come Amnesty International documenta”.
L’associazione di promozione giovanile prende poi delle nette distanze da ogni forma di terrorismo: “I Giovani Musulmani d’Italia condannano tutti i movimenti estremisti per i crimini e le efferatezze che questi perpetrano contro la popolazione locale e rigettano il loro comportamento che nulla ha a che fare con l’Islam”.
Citando la Costituzione italiana, i GMI ribadiscono il loro “no” alla guerra: “Il sostegno logistico alle operazioni militari che in questi giorni il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha auspicato è, secondo i Giovani Musulmani, una violazione dell’articolo 11 della nostra Carta Costituzionale: ‘L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali..’ E non è certo sostituendo la parola “guerra” con il più morbido “sostegno logistico” che si cambiano il significato e la natura di un atto che è, e rimane, sinonimo di violenza. Le soluzioni dei conflitti in Africa, come diversi leader arabi e non hanno sottolineato, restano Il dialogo, il confronto, il rispetto reciproco e il sostegno allo sviluppo democratico delle istituzioni africane”.
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