Arcadi Gaydamak, l’imprenditore israelo-russo proprietario della squadra di calcio Beitar Jerusalem, è intenzionato ad acquistare due giocatori ceceni, Zaur Sadayev e Dzhabrail Kadiyev. Questa volontà non è andata a genio ai tifosi del club che sabato, nel match contro il Bney Yehuda, hanno protestato intonando canti razzisti e islamofobici e hanno inneggiato alla “purezza etnica” del Beitar. Gli striscioni da loro esposti riportavano slogan come “Beitar pura per sempre” e “70 anni di principi”. Il club, i cui ultras sono noti per gli atti vandalici nei negozi arabi e per l’accesa xenofobia, mantiene il triste primato di essere l’unica squadra israeliana a non aver mai fatto giocare – a causa delle pressioni dei suoi fan – un calciatore arabo.
“Immaginate, soltanto immaginate, cosa sarebbe potuto succedere se delle squadre in Inghilterra o in Germania avessero annunciato che un ebreo non avrebbe potuto giocare con loro. Noi, il popolo ebraico, che dovremmo condurre la battaglia contro il razzismo e il fascismo; noi, che siamo quelli che portano ancora le cicatrici di questi fenomeni e li porteremo sul nostro corpo per le generazioni a venire, non possiamo e non dobbiamo rimanere in silenzio”, ha dichiarato il deputato Reuven Rivlin.
La polizia ha arrestato, secondo quanto riferito all’IBTimes dal portavoce Micky Rosenfeld, tre tifosi con l’accusa di incitamento all’odio razziale. In ogni caso l’Associazione Calcio Israeliano ha dichiarato che verranno intraprese azioni disciplinari contro il club.
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