Mi sono addormentato e ho sognato una “papessa”

di Manuele Petri

Dopo le più clamorose dimissioni di questo nuovo millennio è partito il toto-nomine in attesa della fumata bianca che svelerà al mondo il nome del nuovo Pontefice. Nemmeno le dimissioni di Zoff da commissario tecnico dell’Italia dopo gli Europei del 2000 possono competere con ciò che è successo lunedì 11 febbraio 2013. Certo c’è voluto un pò prima che la notizia, data in latino durante il Concistoro, facesse il giro del mondo. Il merito va ad un professore precario di latino che con il suo baracchino ha per caso intercettato il messaggio del Papa ed ha subito twittato la notizia. Altrimenti l’annuncio sarebbe passato inosservato come la canonizzazione dei martiri di Otranto, motivo originario del Concistoro.

Circa 1 miliardo e 200 milioni di cattolici sono caduti nello sconforto: molti  si sono stupiti affermando “ma allora non è vero che in Italia non si dimette nessuno!”. Tecnicamente parlando, però, il Vaticano non fa parte dello Stato italiano, quindi possiamo rassicurare gli amici cattolici di tutto il mondo. Sul motivo delle dimissioni di Benedetto XVI c’è ancora molta incertezza: c’è chi parla di problemi di salute dovuti alla recente sostituzione delle batterie del suo  pace-maker e chi invece punta il dito sull’eccessivo stress causato al Pontefice dal suo nuovo account Twitter, @Pontifex.

Nell’attesa che il mistero si chiarisca, è già partita la macchina organizzativa. Sono 117 i cardinali che dopo il 28 febbraio entreranno in Conclave per eleggere il nuovo Papa. Secondo i quotisti dell’agenzia Paddy Power è probabile che il prossimo Papa sia nero e africano: parliamo del cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, ghanese classe 1948, arcivescovo di Cape Coast e attuale Presidente del pontificio consiglio della Giustizia e della Pace. Attualmente è dato a 6 incalzato dal nigeriano Francis Arinze che paga 7 volte la posta.

Uno di loro potrebbe essere il famoso “papa nero” tanto atteso e temuto a causa delle profezie di Malachia e Nostradamus secondo cui, con l’avvento del primo Pontefice di colore, sarebbe venuta anche la fine di Roma, della Chiesa e del mondo intero. Molti storici, però, sostengono come sia Malachia che Nostradamus fossero vicini ad ambienti proto-nazisti e che misero in giro questa profezia perché ostili ai neri. Fortunatamente ai loro tempi ancora non esistevano gli Stati Uniti d’America, e il caro vecchio Obama è stato eletto senza conseguenze nefaste…

Naturalmente tutti gli attivisti per i diritti civili fanno il tifo per il Papa nero ed è molto probabile che la Chiesa, alla disperata ricerca di consensi, segua l’onda. L’entusiasmo che circa 6 mesi fa portò Zeman alla Roma potrebbe quindi trasferirsi dallo stadio Olimpico a Piazza San Pietro. Siamo sicuri però, che nel caso in cui il cardinale Turkson venisse eletto applicherebbe una tattica molto più accorta di quella del boemo, in puro stile catenaccio. Il nostro auspicio, invece, è che si riveli anche lui un rivoluzionario e apra la stanza dei bottoni anche alle donne, da sempre escluse dai giochi che contano nella chiesa cattolica. Alla storia che siccome i 12 apostoli erano tutti uomini allora le donne devono essere escluse dal presbiterato non ci crede più neanche padre Georg, segretario privato di Joseph Ratzinger e uomo più bello dello Stato pontificio.

Dopo il Papa nero, se ancora esisterà il mondo, vogliamo una donna in Vaticano!


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