di Federica Marsi – corrispondente da Tunisi
L’unione dei sindacati ha ufficializzato lo sciopero generale indetto per la giornata di oggi a seguito dell’assassinio di Choukri Belaid, segretario generale del partito dei Patriotici Democratici, di ispirazione marxista. Quello di mercoledì scorso non è il primo omicidio politico della Tunisia post rivoluzione. Lo scorso ottobre un membro del partito di centro Nida’ Tunis, Lofti Naguedh, era stato picchiato a morte a Tataouine, nel sud della Tunisia, ma mai prima d’ora l’attacco era stato rivolto ad un esponente dalla fama e del calibro di Belaid. Alle 12 di oggi il corteo funebre partirà dalla Casa della Cultura Jebal Jloud in direzione del cimitero El Jallez.
L’attentato a Chokri Belaid è avvenuto la mattina del 6 febbraio, il giorno dopo il suo intervento televisivo sull’emittente Nessma Tv, durante il quale ha apertamente accusato il partito islamista al governo, Ennahda, di aver dato “semaforo verde” agli attentati politici. I tunisini hanno cominciato a radunarsi in centro in tarda mattinata per rendere omaggio alla salma, ma soprattutto per ribadire che la libertà di espressione è uno dei diritti per cui hanno combattuto durante la rivoluzione. La folla pacifica si è radunata sotto il Ministero degli Interni intonando il famoso slogan Dégage, accompagnato da un esplicativo gesto della mano, così come era avvenuto in occasione della cacciata di Ben Ali. I cartelli mostrati dai manifestanti rendono esplicita l’analogia. In uno di questi il nome del partito dell’ex presidente Ben Ali (RCD) è cancellato con una croce e sostituito da quello del nuovo partito al potere, ma la richiesta è sempre una: Dégage.
Durante il passaggio della salma di Choukri Belaid in Avenue Habib Bourguiba, alcuni membri delle forze dell’ordine affacciati al balcone della sede del loro sindacato hanno eseguito il saluto militare, ricevendo gli applausi dei manifestanti. Terminato il saluto sono ripresi i fischi, espressione dell’astio nei confronti della polizia, ritenuta corrotta e responsabile delle violenze avvenute durante la rivoluzione e nelle successive manifestazioni. Mentre il sindacato rimuoveva le bandiere dal balcone della sede, la folla ha intonato lo slogan: “col fiato, col sangue, daremo la vita per la bandiera”, seguito dal coro “Tunis, Tunis!”.
Questi sono i momenti che hanno preceduto la violenta repressione, cominciata intorno alle 2 sotto la sede del ministero degli interni. Quello che poteva inizialmente sembrare un normale tentativo di disperdere la manifestazione ha assunto un carattere più violento quando la polizia ha iniziato a tirare il lacrimogeni sulla folla in fuga accalcata all’imbocco di Avenue de Paris e altre strade limitrofe, non curanti delle donne e dei numerosi anziani presenti. Alcuni manifestanti rimasti indietro sono stati picchiati con i manganelli, spingendo la folla avvolta in una nube di gas ad accalcarsi ancor più violentemente verso le vie d’uscita dall’Avenue. Le camionette della polizia hanno seguito i manifestanti per tutta la lunghezza di Avenue de Paris, continuando a lanciare lacrimogeni.
Lo stesso scenario si è ripetuto ieri, 7 febbraio, in occasione di una nuova manifestazione composta questa volta da numerosi liceali, scesi in piazza approffittando delle vacanze di metà trimestre. Gli scontri sono iniziati verso la stessa ora in Avenue Habib Bourguiba. Poco dopo l’inizio della fuga dei manifestanti numerose camionette sono passate a sirene spiegate da Avenue de la Liberté in direzione del centro. Dal retro aperto dei veicoli erano chiaramente visibili agenti in tenuta militare, armati, con il volto completamente nascosto da un passamontagna nero. Alcuni di loro si sono sporti verso l’esterno brandendo l’arma e urlando per intimorire i passanti. L’impiego di forze di polizia a viso coperto lascia intendere l’incremento del livello di violenza contro i manifestanti.
Nella mattinata di oggi sono riprese le proteste. In Avenue Habib Bourguiba il dispiegamento delle forze polizia è massiccio e pullman di poliziotti sono in attesa in Place de la Republique. Alcuni elicotteri stanno sorvolando la città. I disordini sono previsti per la fine dei funerali, quando il corteo si sposterà verso il centro.
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