Egitto nel caos dopo la sentenza del tribunale del Cairo che ha confermato in appello 21 condanne a morte per le violenze allo stadio di Port Said del primo febbraio 2012. In quell’occasione ci furono 74 morti. Per gli altri 52 imputati sono stati sentenziati cinque ergastoli, diciannove pene detentive brevi e ventotto assoluzioni.
Dopo aver appreso la notizia delle sentenze, gran parte della popolazione si è riversata nelle piazze. La sede della Federcalcio è stata data alle fiamme, si sono verificati disordini in strada, i traghetti per i collegamenti nel Canale di Suez sono stati fermati, così come i treni. I manifestanti hanno dato alle fiamme anche il circolo ricreativo della polizia.
Gli ultras dell’al-Ahly, la squadra di calcio del Cairo coinvolta nella strage del febbario 2012 a Port Said, hanno bloccato la circolazione della metropolitana della capitale, nella stazione Sadat a piazza Tahrir. Il responsabile delle Ferrovie egiziane Hussein Zakaria ha invece annunciato la sospensione dei treni verso e da Port Said per ragioni di sicurezza.
Le 21 condanne a morte “mediante impiccagione” inflitte in primo grado sono ancora sottoposte al vaglio del Gran Muftì, che normalmente avalla le decisioni dei tribunali, ma in questo ha chiesto più tempo per esaminare il caso.
L.G.
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