Fermato un gruppo di osservatori Onu dai ribelli siriani dell’Esl sulle alture del Golan. Gli insorti rivendicano il fermo su un video postato prontamente su Youtube nel quale sono ritratti diversi ribelli davanti a due blindati e un camion, tutti di colore bianco con sul fianco la sigla nera “United Nations”. Nel video un uomo afferma che il convoglio non sarà rilasciato fino a quando le forze leali al presidente siriano Bashar al Assad non si saranno ritirate dal villaggio di Jamlah. L’Onu ha confermato che gli osservatori sequestrati sono 20.
“Oggi, 6 marzo 2013, abbiamo preso in custodia le forze dell’Onu e li tratteniamo fino al ritiro delle forze di Assad dal villaggio di Jamlah – dichiara il ribelle, affermando anche – chiediamo agli Stati Uniti, all’Europa e al Consiglio di sicurezza dell’Onu di liberare questi che abbiamo trattenuto facendo ritirare le truppe di Assad da Jamlah, confinante con Israele. Se ciò non avverrà entro 24 ore li tratteremo come prigionieri”.
Le Nazioni Unite hanno confermato il sequestro di 20 osservatori sulla alture del Golan, al confine con Israele, da parte di un gruppo di una trentina di ribelli siriani armati. “Gli osservatori Onu erano impegnati in una missione regolare di rifornimento – si legge in una nota – e sono stati fermati nei pressi del Punto di osservazione 58, che aveva riportato danni ed era stato evacuato lo scorso fine settimana in seguito a violenti scontri nelle vicinanze”. L’Onu condanna fermamente il sequestro. In una dichiarazione adottata all’unanimità, infatti, è stato chiesto l’immediato rilascio degli osservatori, oltre alla garanzia che venga preservata la sicurezza di tutti gli operatori internazionali presenti sul territorio.
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