In Tunisia chi si scaglia verbalmente, in questo caso attraverso l’arte, contro la polizia, rischia condanne pesanti. Mercoledì 21 marzo un tribunale di primo grado ha condannato Ala Yaakoubi, rapper tunisino conosciuto come Weld El 15, a due anni di carcere. Sei mesi invece per il regista Hedi Belgaied Hassine e per l’attrice Sabrina Klibi; la pena è stata sospesa e i due scarcerati.
Non è il primo segnale di restrizione della libertà d’espressione in Tunisia: neanche due settimane fa, il 13 marzo, si è celebrata la Giornata della libertà di Internet, istituita per onorare la memoria di Zouhari Yahyaoui, blogger tunisino morto in carcere il 13 marzo del 2005. Durante la Giornata, un blogger di 28 anni Jabeur Mejiri ha ricordato che proprio un anno fa, mentre si svolgeva questa ricorrenza, lui era sotto processo ed è tutt’ora in carcere per scontare una pena di 7 anni e mezzo per aver insultato su Facebook l’Islam attraverso una serie di vignette satiriche.
In Tunisia gli articoli 121 e 226 del codice penale puniscono chi commette reati di “danno” e “offesa” alla pubblica morale. Un paradosso questo perché mentre si condannano espressioni spesso artistiche o satiriche contro il governo o l’Islam, si avallano comportamenti violenti come accaduto due giorni fa, quando un gruppo di estremisti religiosi ha interrotto una rappresentazione teatrale, aggredendo gli spettatori.
Per vedere il video incriminante del rapper
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