“Durante una missione al Nord, presso un villaggio non molto distante dal confine con il Turkemenistan, ho visitato una scuola dove un gruppo di alunne mi hanno raccontato i loro sogni: volevano diventare insegnanti, ingegneri, ostetriche e dottoresse, unicamente per ‘essere d’aiuto al loro villaggio e rompere il ciclo di povertà che lo pervade’. Sogni difficili da realizzare, dato che la scuola non disponeva di lavagne, libri, penne, matite e nemmeno di insegnanti”: Selene Biffi descrive così uno degli episodi della sua vita che l’hanno spinta a fondare Plain Ink Onlus, nuovissima associazione no-profit che si propone di aumentare il livello di alfabetizzazione e accesso all’istruzione.
Questi due aspetti sono fondamentali per la realizzazione personale dell’individuo: sono universalmente riconosciuti come diritti dalla comunità internazionale e figurano negli MDGs delle Nazioni Unite. Nel mondo, 101 milioni di bambini non vanno a scuola, mentre circa un miliardo di adulti sono analfabeti – secondo l’Unesco. Parole altisonanti, quindi, che tirano in ballo i pilastri fondamentali della cooperazione allo sviluppo, ma che Selene Biffi traduce in una visione genialmente semplice: “aiutare bambini e comunità a trovare un loro modello di sviluppo locale, attraverso i libri, l’istruzione e la partecipazione di tutti”.
Semplicità che è la maggiore prova della concretezza della mission di Plain Ink Onlus. Seguendo la visione – ampiamente condivisa – che scolarizzazione e povertà siano strettamente collegati (in effetti, i dati dello Human Development Index parlano chiaro: i paesi con scarsa alfabetizzazione sono anche quelli più poveri), Plain Ink crede fortemente nella diffusione dell’istruzione di qualità come importante motore dello sviluppo locale, tramite la produzione in loco di libri a scopo didattico. Nel suo primo anno di attività, questa Ong ha scelto di lavorare in Afghanistan, India ed Italia. In India e Afghanistan la criticità da risolvere è quella, facilmente immaginabile, della scolarizzazione basica.
In questi due paesi – il primo un’economia emergente, l’altro devastato dalla povertà – Plain Ink sostiene l’economia creativa supportando l’editoria in loco, incoraggia – attraverso libri e fumetti – i bambini a trovare soluzioni per le criticità dei loro nuclei familiari, sociali, culturali e forma scrittori e illustratori per produrre contenuti divertenti e d’ispirazione. Particolarmente originale è l’approccio con cui Plain Ink si rivolge all’Italia. Secondo l’associazione, in un paese fortemente interessato dai flussi migratori (5 milioni di persone sono di origine straniera, di cui un milione sono bambini), l’esigenza dell’integrazione culturale può risolversi in libri che promuovano il rispetto reciproco, la comprensione e il dialogo multi-culturale, e che abbiano come target proprio i più piccoli. Quindi, l’obiettivo di Plain Ink in Italia è la promozione di una cultura del rispetto e dell’amore per l’altro, attraverso workshop, eventi, attività culturali, ma anche la creazione, lo sviluppo e il rilascio dietro offerta di libri illustrati per bambini a forte contenuto multiculturale.
Rossella De Falco
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