Domenico Quirico, 62 anni, è uno dei giornalisti italiani più seri e preparati nell’affrontare situazioni difficili. Inviato di guerra e corrispondente estero del quotidiano torinese “La Stampa”, negli ultimi anni ha raccontato il Sudan, il Darfur, la carestia e i campi profughi nel Corno d’Africa e seguito interamente le primavere arabe, dalla Tunisia all’Egitto. Si era recato in Libia per testimoniare la fine del regime di Gheddafi e nell’agosto del 2011, nel tentativo di arrivare a Tripoli, è stato rapito con i colleghi del “Corriere della Sera” Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina e di “Avvenire” Claudio Monaci, per poi essere rilasciati dopo due giorni.
Nell’ultimo anno ha coperto per tre volte la guerra in Mali, è stato in Somalia e ora per la quarta volta è in Siria. Nei suoi primi due viaggi siriani si era recato ad Aleppo, dove aveva raccontato i bombardamenti e la prima fase della rivolta. Nell’ultimo aveva seguito i ribelli spingendosi fino alla zona di Idlib. Di recente era tornato in Siria per raccontare l’evoluzione del conflitto.
Da venti giorni non si hanno più notizie di Domenico Quirico. “Gli ultimi contatti li ha avuti il 9 aprile con un collega della Rai annunciando di essere sulla strada per Homs” – ha dichiarato il direttore de “La Stampa” Mario Calabresi. Da venti giorni non si sa dove si trovi ora Domenico; dopo i contatti avuti con il quotidiano e la moglie tra il 6 e l’8 aprile è sparito completamente. “Prima di partire ci aveva avvisato che non avrebbe scritto niente mentre era in Siria e che per circa una settimana sarebbe rimasto in silenzio: la copertura delle rete dei cellulari è saltata in molte zone dell’area di Homs e usare il satellitare non è prudente perché così si segnala la propria presenza”, prosegue il direttore del quotidiano.
“Domenico è entrato in Siria il 6 aprile, attraverso il confine libanese, diretto verso Homs, area calda dei combattimenti, per poi spingersi, se ce ne fosse stata la possibilità, fino alla periferia di Damasco. Era partito dall’Italia il 5 aprile per Beirut, dove era rimasto una giornata in attesa che i suoi contatti si materializzassero: la mattina di sabato 6 aprile gli abbiamo telefonato per avvisarlo del rapimento dei colleghi della Rai nella zona di Idlib. Lui ci ha spiegato che il suo percorso sarebbe stato completamente diverso e che ci avrebbe richiamato una volta passato il confine. Nel pomeriggio, alle 18,10, ha mandato un sms con cui annunciava al responsabile Esteri de La Stampa di essere riuscito a entrare in territorio siriano”.
Lastampa.it, in pieno accordo con i familiari, ha deciso di diffondere la notizia della scomparsa del reporter. Il giornale ha deciso di mettere sulla testata un fiocchetto giallo, come fanno le famiglie che attendono il ritorno di una persona cara di cui non si hanno notizie.
L.G.
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