L’agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale Usaid dovrà lasciare la Bolivia. Lo ha deciso Evo Morales accusando l’agenzia di “cospirare contro il governo”. Le stesse ragioni che portarono nel settembre 2008 all’espulsione dell’ambasciatore americano Philip Goldberg e alla cacciata dell’agenzia statunitense antidroga Dea, che operava nel Chapare, zona rinomata per la produzione di foglie di cocaina.
Morales per giustificare la cacciata dell’Usaid ha dichiarato che “intende farsi rispettare da chi ha ancora una mentalità di dominio e sopraffazione”. E ancora: “E’ una protesta nei confronti del ministro degli esteri, che dice che l’America Latina è il cortile di casa degli Stati Uniti”.
Washington ha subito risposto rifiutando l’accusa di Morales e dicendo che questa decisione “avrà effetti negativi sul popolo boliviano”. Patrick Ventrell, portavoce del dipartimento di Stato ha invece negato le accuse: Sono frasi senza fondamento, l’Usaid ha aiutato a migliorare la vita dei boliviani”.
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