La storia spesso riesce a sorprendere più di una sceneggiatura, incrociando destini che nella realtà non dovrebbero incontrarsi. Questo è quello che è successo domenica 26 maggio quando a Cannes veniva premiato con la Palma d’oro La vie d’Adele, film diretto dal regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche. La pellicola parla della storia d’amore tra due ragazze interpretate dalle attrici Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux, anche loro premiate in via eccezionale con la Palma d’oro per la straordinaria interpretazione. Nelle stesse ore a Parigi, circa 500 mila persone manifestavano contro la legge che lo scorso 23 aprile ha legalizzato i matrimoni gay e le adozioni da parte di coppie dello stesso sesso. “La Palma al film di Kechiche non è un premio politico”, ha sottolineato Steven Spielberg, Presidente della giuria, “Certo, la Francia con il voto e i dibattiti pro e contro il matrimonio gay è particolarmente coinvolta. Ma noi abbiamo votato una grande storia d’amore in cui le nozze non c’entrano. Ripeto, in La vie d’Adele c’è passione sincera che rende il film autentico e coraggioso”.
L’imbarazzo della giuria di Cannes rappresenta in maniera plastica la spaccatura sempre più profonda presente nell’opinione pubblica francese, divisa tra chi è a favore e chi è contrario alla legge Mariage pour tous. Ma mentre la maggior parte dei cittadini d’oltralpe è favorevole alle nozze gay, circa il 55% è decisamente contrario alle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso. E’ questo il punto della discordia che ha riunito il fronte del no intorno al collettivo Manif pour tous ed al gruppo cattolico integralista dell’Institut Civitas. Alla manifestazione ha partecipato anche un folto gruppo di estrema destra appartenente a “Generazione identitaria” che ha occupato la sede del partito socialista in Rue Solferino, dispiegando un grande striscione con la scritta ‘Hollande, dimissioni’. Non sono mancati gli scontri con la polizia che hanno coinvolto circa 500 giovani ed hanno causato il ferimento di 36 persone e l’arresto di 300 persone.
Tanto odio stride con la delicatezza della storia d’amore raccontata in La vie d’Adele, accolto a Cannes con grande curiosità per via di una lunga sequenza d’amore saffico. Ma a colpire non è tanto questa scena, quanto la leggerezza con cui viene raccontata la scoperta della propria sessualità da parte della protagonista quindicenne, interpretata dalla Exarchopoulos. Il regista durante la premiazione ha voluto dedicare il premio “alla bella gioventù di Francia” che ha incontrato nel corso delle riprese del film e che “mi ha insegnato molto sulla speranza di libertà e di vivere insieme in armonia. Come la gioventù della rivoluzione tunisina, che si è battuta per poter vivere, esprimersi e amare liberamente”.
Le sue parole dovrebbero far riflettere: mentre in nord Africa migliaia di persone hanno perso la vita per vedere riconosciuti i propri diritti, 500 mila persone nella civilissima Francia scendono in piazza per chiedere che i diritti vengano negati ad una cospicua fetta della popolazione. E c’è addirittura chi, come lo storico francese Dominique Venner, si è ucciso di fronte all’altare della cattedrale di Notre-Dame. Prima di uccidersi, Venner aveva scritto un ultimo post sul suo blog in cui criticava la legge approvata dal Parlamento e faceva riferimento alla manifestazione di domenica.
Il primo matrimonio omosessuale francese è in programma il 29 maggio a Montpellier, nel sud della Francia: a dirsi di sì saranno Vincent e Bruno, insieme da sette anni. “Sarà un matrimonio d’amore, ma sappiamo che gli oppositori non mancheranno alla cerimonia”, dice la coppia, cosciente dell’aumento degli atti di omofobia avvenuto dopo l’approvazione della legge Mariage pour tous. E mai come ora torna in mente la formula “Se c’è qualcuno che si oppone a questo matrimonio, parli ora o taccia per sempre“.
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