Elezioni in Iran: il ritorno dello “squalo” Rafsanjani

Lo scorso 11 maggio è scaduto il termine per la presentazione delle candidature alla presidenza della Repubblica Islamica dell’Iran. Il 14 giugno, infatti, il popolo iraniano dovrà decidere chi sarà a sostituire l’attuale Presidente Mahmoud Ahmadinejad, che ha esaurito il limite massimo dei due mandati. Al momento i possibili candidati sono 686, tra cui 30 donne: ora si attende il giudizio del Consiglio dei Guardiani che deciderà chi tra questi possieda i requisiti morali e politici per concorrere alle elezioni.

Ha destato grande sorpresa la candidatura last minute di Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, Presidente del Consiglio per il Discernimento e già Presidente della Repubblica tra il 1989 e il 1997. Dal 2009 si era posto ai margini della vita politica dopo le contestate presidenziali che videro la riconferma di Ahmadinejad. Ora ha deciso di tornare nell’agone politico sfidando la linea conservatrice della Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamene’i che secondo i rumors non avrebbe particolarmente gradito la sua candidatura.

Rafsanjani, detto “kusse” che in iraniano ha il doppio significato di “senza barba” e di “squalo”, si è più volte scontrato con Khamene’i dopo essersi avvicinato alle istanze dei riformisti iraniani che chiedono la liberazione dei prigionieri politici e la concessione di maggiori libertà individuali. E’ per questo che molti analisti ritengono che la sua candidatura troverà il largo appoggio dell’elettorato riformista, messo fuorigioco dopo l’esito delle elezioni del 2009.

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Poco prima della chiusura del termine per la presentazione delle candidature, Rafsanjani si è presentato di fronte al Ministero dell’Interno accolto da un gruppo di persone in fervente attesa che vedendolo ha cominciato a scandire slogan sotto l’attento sguardo di un folto schieramento di polizia in tenuta antisommossa.

In merito alla sua candidatura Rafsanjani ha affermato che nei rimanenti giorni della sua vita non ha altri obiettivi che rafforzare la rivoluzione e la scuola di pensiero sciita in modo da far avanzare l’Iran, “se ho deciso di candidarmi è per aiutare a risolvere questi problemi, non il contrario”, ha chiosato lo “squalo”. Ora dovrà tener testa ai candidati conservatori vicini alla Guida Suprema oltre che a quelli sostenuti dal Presidente uscente Ahmadinejad. Il gioco si fa molto interessante e l’atmosfera elettrica: le previsioni non sono concesse.



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