Seicentomila euro dall’Unione Europea, duecento artigiani, cinquanta ragazzi, centocinquanta donne e due gruppi di disabili: sono questi i numeri del progetto “Fair Trade, Fair Peace” che vede la realizzazione di una linea artigianale equosolidale per valorizzare l’economia sociale come tramite per un dialogo di pace tra due popoli, quello israeliano e quello palestinese, da sempre in conflitto.
I prodotti in commercio sono interamente realizzati a mano dagli artigiani locali con materiali del posto: legno d’ulivo, ceramica, cesti di palma di dattero, saponi all’olio d’oliva, prelibatezze alimentari come, ad esempio, il miele o la miscela di spezie za’atar. Il tutto rispettando le tradizioni e le culture di entrambi i popoli, offrendo così un vero momento di collaborazione tra le due comunità.
In questo modo si cerca di offrire una fonte di reddito per gli artigiani, e le artigiane, palestinesi che vivono nei Territori occupati o in Israele e che molto spesso non sanno come sostenersi.
Un dialogo che parte dalla collaborazione economica e sociale, ma si ripromette di parlare e attirare l’attenzione anche su altri temi come il lavoro, i diritti ed il reddito per i soggetti più marginali della società, nonché di promuovere il ruolo della donna all’interno della produzione per il commercio dando finalmente peso al loro ruolo nella società.
Inaugurata il 13 maggio, dalla seconda metà del mese, la linea Fair Trade Fair Peace sarà distribuita in Italia sia nei negozi che aderiscono al commercio equosolidale che attraverso le mostre-mercato in giro per il nostro paese.
Fautori principali dell’iniziativa sono il Cospe-Cooperazione per lo Sviluppo Paesi Emergenti, la Bethlehem Fair Trade Artisans e Sindyanna, un’associazione di donne arabe che si occupa della produzione di olio extravergine di oliva e altri prodotti usando le tecniche della tradizione. Al progetto si sono unite altre associazioni come la Cooperativa Commercio Equo e Solidale di Lecce, la Cooperativa Ex Aequo di Bologna, la Rete di Economia Etica e Solidale delle Marche, l’associazione Women, la Provincia di Ancona, la Provincia di Lecce e l’istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce.
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